«Non so perché l'ho ferita voglio chiedere perdono»

In carcere a Trento, con un'accusa di tentato omicidio sulle spalle, il romeno Cristian Dogariu si dispera

In carcere a Trento, con un'accusa di tentato omicidio sulle spalle, il romeno Cristian Dogariu si dispera. Oggi è stato convalidato il suo arresto. Ai carabinieri che lo hanno arrestato prima, e ai suoi avvocati Antonio Caimi e Michela Mattei poi, dice di voler chiedere «perdono, perdono, perdono». «Non so perché l'ho fatto, non riesco a capire cosa mi sia successo...» sono le parole che l'indagato ripete dal momento dell'arresto. Proprio l'assenza di movente per un'aggressione consumata "a freddo" rende la vicenda particolarmente inquietante. Quanto accaduto alla vittima, un'impiegata 37enne di Trento residente nello stesso stabile di via Mor, poteva succedere a chiunque. Vai dal vicino di casa per fargli un piacere e questo ti prende a coltellate senza la benché minima ragione. Questo, di fatto, è quanto successo sabato sera in Cristo Re. 

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È stato l'indagato a chiedere aiuto alla sua vicina di casa, persona che lui conosceva da anni e di cui aveva già avuto modo di apprezzare la generosità. Più volte, infatti, la donna aveva aiutato il romeno per qualche problema con il computer. Sabato sera Dogariu non riusciva ad attivare una schedina per navigare su internet. Finita la stagione estiva, voleva cercare in rete un nuovo lavoro come cameriere. Ancora una volta la vicina, benché fosse in compagnia del suo fidanzato, accettava di risolvere il problema. Non appena si è messa al computer di Dogariu questi si è allontanato, ha preso un coltellaccio dall'angolo cucina del suo monolocale e a freddo ha inferto due colpi alla schiena della donna. Cadendo la vittima si è girata e ha visto il suo vicino di casa pronto a colpirla di nuovo. Dogariu ha vibrato altre due coltellate poco sotto la spalla sinistra, un'ultimo affondo è stato parato dalla donna con l'avambraccio. Poi quest'ultima è riuscita ad afferrare con una mano la lama e, pur tagliandosi sul palmo, è riuscita a strappare il coltello all'aggressore. 

Per la procura ci sono tutti gli elementi del tentato omicidio. Ieri il pm Alessia Silvi, presenti i difensori dell'indagato e i genitori della vittima assistiti dall'avvocato Giovanni Rambaldi, ha affidato al medico legale dell'Università di Verona Vito Cirielli incarico di valutare le lesioni subite, un elemento importante per valutare la volontà omicida. La difesa punta invece ad una derubricazione delle accuse in lesioni gravi, sostenendo che l'uomo se avesse voluto uccidere avrebbe avuto la forza per farlo. La donna per fortuna è fuori pericolo e nei prossimi giorni sarà dimessa dal Santa Chiara, ma se quelle coltellate sotto la spalla sinistra fossero arrivate anche pochi centimetri più in basso le conseguenze avrebbero potuto essere molto più gravi e, forse, letali.

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