Ferito dagli spari contro il camper Polizia sulle tracce del sospetto

L'indagine sugli spari contro il camper in cui si trovava un 27enne sinto Gisaino Held, rimasto ferito ad una gamba, potrebbe arrivare presto ad una svolta. L'inchiesta per tentato omicidio, condotta dalla squadra mobile, esclusa da subito la pista a sfondo razziale, sembrano portare ad un regolamento di conti.

Per questo gli investigatori, coordinati dal pm Marco Gallina, in queste ore stanno scandagliando la cerchia di amici e conoscenti dell'uomo, sopratttutto per capire se negli ultimi giorni vi siano stati litigi o screzi. Il ferito, ricoverato in ospedale e sottoposto ad un intervento chirurgico per la rimozione del proiettile calibro 22, ha ripetuto di non sapere chi sia stato.

Non ci sono testimoni della sparatoria, avvenuta poco dopo le 23 di venerdì in via Ora, a Spini, ma il cerchio degli investigatori si sta stringendo. Pesante, come detto, l'accusa di cui deve rispondere l'autore degli spari: tentato omicidio. La raffica di colpi, infatti, solo per fortuna non ha lesionato organi vitali, ma è chiaro che le conseguenze per il 27enne avrebbero potuto essere ben peggiori.
Mentre le indagini fanno il loro corso, la comunità dei sinti, numerosa a Trento, interviene contro i tentativi di strumentalizzare l'accaduto.

«Noi con quanto è successo non c'entriamo nulla - sottolinea Mirco Gabrieli, vicepresidente dell'associazione Nevo Drom - il fatto non è accaduto nel nostro campo, ma in in un parcheggio a oltre mezzo chilometro di distanza». 
Mirco Gabrieli, che vive in via Ora del Garda insieme alle famiglie dei figli, respinge i tentativi di politicizzare la vicenda.

«Il ferito, dunque la vittima, è un sinto - sottolinea Gabrieli - ma non si sa ancora chi gli abbia sparato. Si tratta comunque di un fatto isolato accaduto lontano da qui, eppure c'è chi ha colto l'occasione per attaccare tutta la comunità dei sinti proponendo lo sgombero dei campi abusivi». Il riferimento è alla Lega Nord che è tornata a chiedere la chiusura della aree di sosta non autorizzate, ma abitate ormai da anni.

«Io - replica Mirco Gabrieli - sono d'accorso con la Lega. Chiudiamo pure i campi, ma dateci le microaree dove vivere pagando l'affitto, le bollette, le tasse sui rifiuti. Si potrebbe iniziare dal terreno dove abito io con la mia famiglia ormai da 15 anni senza che sia mai accaduto nulla. Ho chiesto più volte al sindaco un permesso, anche provvisorio e rinnovabile di anno in anno, per restare qui, ma non ho mai ricevuto alcuna risposta anche se delle microaree si parla ormai da molto tempo. Noi siamo italiani, anzi trentini: i miei nonni erano nati a Trento. Abbiamo diritto di avere un luogo dignitoso dove vivere».

Dopo aver vissuto per molti anni in un appartamento, Mirco Gabrieli si è sistemato su un fazzoletto di terreno tra la strada e la ferrovia in via Ora del Garda. «Sono ormai anziano, io preferisco rimanere qui. I miei figli invece vorrebbero una casa, ma sono 10 anni che aspettano». Mirco, ora pensionato, si guadagnava da vivere raccogliendo ferro e soprattutto suonando il violino: «La musica - purtroppo - è un'attività in declino. Una volta con il nostro gruppo venivamo chiamati anche 6-7 volte al mese. Ora accade molto di rado e le richiesta sono soprattutto in Alto Adige».

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