Soccorritore precipita e muore in Presanella

Ha trovato la morte sulle montagne che più conosceva, al termine di una giornata di spensieratezza in quota. La vittima è Marcello Gionta

di Andrea Bergamo

Ha trovato la morte sulle montagne che più conosceva, al termine di una giornata di spensieratezza in quota. La vittima è Marcello Gionta, soccorritore di Trentino Emergenza residente a Comasine, in val di Sole. È precipitato in un canalone profondo un centinaio di metri. Domenica mattinata aveva partecipato a una gara di corsa in montagna, la «Vertical Scalacia» organizzata dalla Sat di Vermiglio, con arrivo a 2.300 metri, ai piedi della morena del ghiacciaio della Presanella. Dopo aver trascorso il pomeriggio di festa in compagnia degli amici, il 59enne ha preso autonomamente la via del ritorno, ma purtroppo non ha mai raggiunto la macchina che aveva lasciato al punto di partenza, in località Stavin. Il corpo è stato ritrovato nel primo pomeriggio di ieri dagli uomini del Soccorso alpino della zona.

L’allarme è scattato in mattinata, quando Marcello Gionta non si è presentato al lavoro. Al collega del 118 che lo attendeva a Pellizzano per il cambio turno è subito apparso strano che l’uomo non arrivasse. Solitamente Gionta era puntualissimo e dunque la sua assenza è subito apparsa strana. Il collega ha tentato di contattarlo sul cellulare, ma non ottenendo alcuna risposta ha preferito rivolgersi a una delle sorelle, presso la cui abitazione qualche volta trascorreva la notte. La donna ha però riferito di non sapere dove si trovasse il fratello.

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A quel punto il timore che qualcosa di grave fosse accaduto al 59enne si è fatta più concreta. La sua auto è stata ritrovata a Vermiglio, al punto di partenza della gara alla quale aveva partecipato il giorno precedente. Subito è dunque scattata la chiamata ai soccorritori e nella tarda mattinata è stato chiesto il supporto dell’elisoccorso. Il mezzo ha sorvolato la zona, notando il corpo in fondo a un dirupo. Il volo è stato terribile: Marcello Gionta è precipitato per un centinaio di metri. Quando i soccorritori lo hanno raggiunto, purtroppo per lui non c’era nulla da fare. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri per i rilievi di rito.

La salma è stata ricomposta presso la camera mortuaria di Vermiglio.
Marcello Gionta era una persona molto conosciuta in val di Sole sia per la sua professione di soccorritore, sia per l’attività sportiva che occupava il suo tempo libero. Era membro del gruppo sportivo Monte Giner e praticava gli sport più vari: dalla corsa allo skiroll, dlla bicicletta allo sci. Oltre ai colleghi e ai tanti amici, lo piangono il fratello Fabio e le sorelle Liviana, Candida e Rosanna.

Lo sfortunato sportivo viveva solo e talvolta raggiungeva la sorella Candida a Dimaro.
Il collega che ieri alle 7 lo attendeva per il cambio di turno, quando non lo ha visto arrivare si è messo in contatto proprio con la familiare, che però purtroppo non aveva notizie del fratello.
La macchina dei soccorsi si è messa in moto al termine degli accertamenti di rito. In tarda mattinata è stato chiaro che Gionta non aveva fatto ritorno a casa il giorno precedente, al termine della giornata di festa in alta quota. Dopo la gara di corsa che vedeva come punto di arrivo il rifugio Denza, l’uomo ha pranzato in compagnia degli amici, che come lui avevano partecipato alla Scalacia e si è fermato presso la struttura fino alle 18.30, quando ha salutato il rifugista Mirco Dezulian. Si è dunque incamminato da solo a valle, ma al momento non appare chiaro cosa sia accaduto di preciso in seguito.

Chi conosceva bene lo sfortunato podista, è convinto che Marcello Gionta non abbia messo un piede in fallo: «Conosceva quei sentieri come le sue tasche e non riesco a immaginare che possa aver messo un piede in fallo o semplicemente perso l’equilibrio» commenta un amico, secondo il quale è più brababile che l’uomo sia stato colto da malore.

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