Fisco, un centinaio le segnalazioni al garante «Dobbiamo recuperare la fiducia dei cittadini»

«Dalla giungla di norme in materia fiscale, spesso poco chiare o perfino contraddittorie (e il costante ricorso alla lingua inglese non aiuta), fino alla mancata condivisione con i cittadini delle scelte operate, di cui le vicenda dei vitalizi o dell’assicurazione sulla vita dei consiglieri regionali sono un chiaro esempio. Elementi che, oltre a tracciare un solco sempre più profondo tra cittadini e politica, alimentano quello che è «un tumore che irradia metastasi per tutto il corpo sociale».
 
Così, l’avvocato Andrea Di Francia, Garante del contribuente per la provincia di Trento, ha definito la piaga dell’evasione fiscale, invitando però a non fermarsi al «sintomo», ma ribadendo che è necessario agire sulle cause che generano questo fenomeno. «Per poter recuperare la fiducia dei contribuenti - ha detto - verso l’amministrazione finanziaria nazionale e locale, occorre che il contribuente possa consapevolmente ritenere che i sacrifici economici sopportati ricevono idonea risposta in servizi pubblici efficienti». 
 
L’occasione per tracciare un bilancio dei rapporti tra fisco e contribuente è stata la presentazione - un debutto a livello nazionale - di un anno di attività.
 
E i numeri, da soli, bastano ad indicare che per un cittadino aggirarsi in questa groviglio di norme è impresa ardua. Nel 2015 sono state un centinaio le segnalazioni raccolte dall’ufficio del garante in materia strettamente legata a contenziosi con il fisco (circa un 40% riguardano accertamenti del reddito), ma le persone che hanno bussato alla porta del garante sono state molte di più, circa 350, alla ricerca di una bussola anche su altri temi.
E così, accanto al caso dell’anziano costretto ad accendere un mutuo per fare curare la moglie (citato in occasione dell’anno giudiziario delle commissioni tributarie) ci sono le «preoccupazioni manifestate per la presenza dei profughi», con i cittadini che chiedono se poi queste persone «continueranno ad essere a carico del contribuente».
 
Ma parlando delle questioni che attanagliano i cittadini Di Francia ha sottolineato quella dell’imposta di registro in materia di compravendita: «In questo campo c’è una chiara discrasia - ha detto - Per l’acquirente assume a base il “corrispettivo”, per il venditore, il valore del bene sul mercato e la plusvalenza». Con l’effetto che, pure avendo intascato 100, il venditore si trova magari a dovere pagare tre volte tanto, esemplifica Di Francia. «Perché non unificare queste posizioni?», si chiede il garante. 
 
Sotto accusa finisce anche il meccanismo delle rateizzazioni: «C’è una differenza tra rateizzazione del debito concessa dall’Agenzia delle entrate e rateizzazione concessa da Equitalia. La prima - evidenzia - è molto più ridotta. Ma per arrivare alla seconda occorre l’iscrizione a ruolo e l’aggiunta di interessi e sanzioni».
Con l’effetto che uno si trova a pagare un debito raddoppiato. Ma proprio in tema di sanzioni, per il garante, si dovrebbe valutare la condizione in cui si trovava il contribuente quando ha compiuto il presunto illecito: «Si deve accertare la colpevolezza. Talvolta il contribuente si è trovato ad essere oggetto di richiesta di pagamento di sanzioni enormi per errori commessi dal professionista a cui si rivolge».

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