Trecento voli in più in un solo anno

Parla Giovanni Pedrotti, rianimatore e coordinatore medico al nucleo elicotteri

di Patrizia Todesco

Sono i numeri a parlare: 2.331 pazienti trasportati nel 2014 (erano 1701 nel 2012), che sono saliti a 2.621 lo scorso anno. Quasi 300 di più in dodici mesi e 900 in più se consideriamo il dato di quattro anni fa. In aumento i soccorsi primari, ma anche i trasferimenti e i voli notturni. Complice di questa crescita, che non sembra destinata ad arrestarsi, non c'è solo la nuova organizzazione dei punti nascita e l'assenza degli anestesisti di notte negli ospedali periferici. Il vero motivo dell'aumento è dovuto al fatto che ormai tutti i pazienti con determinate patologie, dall'arresto cardiaco all'ictus o anche i politraumatizzati, non vengono più portati nell'ospedale più vicino ma in quello in grado di offrire la cura più adeguata. 

«La conseguenza è che sempre più spesso, soprattutto nelle zone più periferiche del Trentino, siamo chiamati ad intervenire trasportando i pazienti a Trento, anche se magari l'ospedale di valle è a pochi chilometri», spiega Giovanni Pedrotti medico rianimatore nonché coordinatore medico al nucleo elicotteri.  

Inoltre, dal 25 novembre, e fino a quando non si risolverà la questione dei rianimatori di notte negli ospedali, i professionisti del nucleo elicotteri sono chiamati, in caso di urgenze, ad intervenire negli ospedali periferici. «In media una notte sì e una no - spiega il dottor Giovanni Pedrotti - Ovviamente di notte, essendoci un unico equipaggio, non ci possiamo fermare per molto tempo e quindi, a meno che non si tratti di un problema di veloce soluzione, preferiamo portare il paziente in un ospedale dove è presente il medico rianimatore. Dopo la riorganizzazione di novembre noi rianimatori che lavoriamo sull'elicottero (e non solo) ci siamo subito messi a disposizione per colmare la mancanza di anestesisti negli ospedali periferici. Da parte nostra c'è la massima disponibilità anche se non si può pensare che l'elicottero possa sostituire la mancanza di un medico. Va comunque detto che anche prima, quando il medico era reperibile, non ci si metteva meno di quanto ci mettiamo noi ad arrivare in ospedale».

Quanto alle polemiche sul guasto all'elicottero della scorsa settimana, col mezzo arrivato a Cavalese dopo che la donna aveva già partorito, o all'ipotesi di privatizzazione, chi lavora da anni al nucleo elicottero allarga le braccia. «Quale altro servizio privato avrebbe garantito un altro elicottero in servizio nel giro di dieci minuti? C'è anche da dire che lo scorso anno non abbiamo potuto intervenire per maltempo o scarsa visibilità su un evento sanitario solo nel 5% di tutte le chiamate. Io credo che non sia perché l'ambulanza si rompe una volta che diciamo che il servizio non va bene. Lo stesso deve valere anche per l'elicottero». 

Quanto ai costi «è stato calcolato che per garantire il volo notturno a partire dal primo luglio 2013 si spendono 1.800.000 euro all'anno ma l'alternativa era spenderne 1.100.000 per ogni auto medica necessaria sul territorio, servizio che ovviamente non avrebbe garantito la stessa rapidità». Il passo successivo sarà quello dei visori notturni. «Attualmente, tempo permettendo, possiamo già atterrare nei campi sportivi a S. Martino di Castrozza e in val di Ledro, ma si continuano ad aggiungere aree per coprire le zone ancora lontane dalle piazzole esistenti».

Dal punto di vista tecnico l'elicottero è equipaggiato di tutto punto ma ovviamente i margini di miglioramento ci sono sempre. «Sono stati acquistati cinque monitor per defibrillatore e a breve entrerà in uso un nuovo protocollo con i cardiologi per il trattamento degli infarti nei pazienti giovani». Impossibile invece pensare a dei miglioramente nei tempi. «Decolliamo in un minuto e mezzo di giorno e qualche secondo in più di notte. In quindici minuti siamo nei punti più periferici del Trentino, di meglio non si può fare. Va anche detto che noi garantiamo la presenza di anestesisti rianimatori che lavorano in terapia intensiva e in sala operatoria e che quindi portano la loro professionalità dall'ospedale centrale alle periferie di giorno e di notte. Un'equipe di 15 professionisti con elevate capacità che portano le loro competenze in tutto il Trentino».

Pedrotti assicura che a livello italiano non c'è nessuno che ha un servizio eguagliabile al nostro. «Molti ce lo invidiamo e vorrebbero imitarlo ma è difficile improvvisare una organizzazione simile alla nostra dove più realtà mescolano le loro competenze. Qui si è creato un sistema molto integrato e queste cose non si improvvisano dall'oggi al domani».

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