La burocrazia «uccide» i Gaudenti Nuove norme provinciali, sempre meno bancarelle

di Giuseppe Fin

Il mercatino dei Gaudenti rischia di morire per mano della burocrazia. Se l'obiettivo della nuova normativa provinciale, applicata da febbraio, era quello di regolare la situazione, a oggi l'unico vero effetto che si sta vedendo è la quasi scomparsa delle bancarelle.

Se in piazza Garzetti in febbraio le bancarelle erano scese da 170 a 48 circa, ieri in piazza Dante il mercatino dei Gaudenti si è presentato con l'ennesima desolante immagine di solo una ventina di bancarelle, riunite attorno al monumento di Dante (in passato erano oltre 130). Il mercatino è nato nel 1995 e tutte le persone che decidono di parteciparvi devono far riferimento all'associazione culturale «Arteria». «La Provincia - ha spiegato Enzo Asprinio, vicepresidente dell'associazione - ha fatto questa normativa e successivamente è stata adottata dai singoli comuni del Trentino in cui viene fatto il mercatino e noi ovviamente siamo costretti a rispettarla. Le nuove norme stanno uccidendo il mercatino e qualcuno si è dimenticato del suo valore sotto il profilo sociale. Si era deciso di portare i Gaudenti in piazza Dante per rendere la zona più viva e frequentata dai cittadini e così anche in altre aree. Oggi invece questa normativa ha portato alla scomparsa di tante bancarelle e gli effetti positivi che potevano esserci per la nostra presenza non ci sono più».

La nuova normativa prevede diverse novità, che sono state riprese anche dal sito internet del Mercatino dei Gaudenti. Per prima cosa dal 2016 tutta la merce deve essere prezzata, il valore del singolo oggetto esposto non può superare l'importo di 200 euro e complessivamente il valore di tutta la merce non può essere superiore al valore di 1000 euro.

«Questa limitazione dei mille euro può anche andarci bene - ci spiega Asprinio - ma può creare dei problemi. Crediamo che sia stata imposta quando a livello nazionale c'era il limite di questo importo per il pagamento in contanti che oggi è salito a 3 mila euro. Detto questo, però, una bancarella riesce ad arrivare abbastanza velocemente a mille euro, basta pensare alle antiche cartoline ricercate magari da qualche collezionista, che costa dai 30 ai 40 euro l'una». La limitazione, però, che più di altre sembra aver tagliato le gambe a tante bancarelle, è l'introduzione dell'obbligo di richiedere un tesserino per partecipare. I regolamenti approvati, stabiliscono che il titolare della bancarella può essere presente ad un massimo di 10 mercatini all'anno nell'intera provincia con un massimo di 6 nello stesso comune.

«Questa è una legge per gli hobbisti - ha affermato ieri Alberto, presente al mercatino in piazza Dante - ed hanno preso dentro anche chi sta facendo la vendita dell'usato vero. La normativa è stata fatta accogliendo la protesta dei commercianti e ci troviamo con tanta fiscalità e burocrazia». La situazione che si è venuta a creare sta costringendo molti a emigrare in Alto Adige, dove la normativa non ha limitazioni così forti.

«Ci sono comuni in Alto Adige - hanno spiegato alcuni rappresentanti dell'associazione Arteria - che hanno tantissime bancarelle ora, perché in tanti se ne sono andati dal Trentino. Senza contare che questa introduzione del tesserino era stata fatta sia in Emilia sia in Veneto e in seguito tolto». Armando Gasperetti, delegato dal comune per il controllo della merce in vendita, difende in parte, invece, la nuova normativa. «Sono regole giuste - ha affermato - che vanno a colpire chi opera nell'illecito invece di farsi delle vere e proprie licenze come dovrebbero. Oggi chi ha qualcosa da perdere sono solo coloro che svuotano la stessa soffitta da diversi anni e che evidentemente hanno poco a che fare con l'idea da cui è nato questo mercatino. Ora ci sarà una fase di assestamento ma non credo proprio che il mercatino scomparirà».

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