Carta elettronica, via (forse) a marzo

Tra poco più di due settimane scatterà la sperimentazione in 153 Comuni italiani

di Matteo Lunelli

Di fatto non è ancora nata, ma è già più che maggiorenne. Diciannove anni fa, nel 1997, ci fu una prima legge, inserita nel pacchetto Bassanini sulla semplificazione amministrativa, che parlava di una carta d'identità digitale, una sorta di bancomat che andava a sostituire il «vecchio» documento di carta. Da allora ci sono stati passi in avanti, tanti passi indietro, sperimentazioni, tentativi, ma nulla di definitivo e concreto, per via soprattutto dei costi. Da marzo, però, potremmo esserci. Memori dei diciannove anni trascorsi, il condizionale è d'obbligo, ma intanto l'iter partirà. Tra poco più di due settimane, infatti, scatterà la sperimentazione in 153 Comuni italiani, tra i quali Trento. E nel 2018 tutti gli ottomila comuni saranno a regime. L'ultimo decreto ministeriale parla di grandi novità a partire da marzo per l'anagrafe nazionale, che in un'unica banca dati raccoglierà le informazioni su tutti i cittadini. In realtà dovremmo tornare a usare il condizionale, visto che la data non è ancora sicura, in attesa del via libera formale della commissione. 

Trento non è stata scelta a caso, visto che già rilasciava in passato la carta d'identità elettronica, salvo poi qualche problema logistico con il macchinario, una stampante termografica, che si era rotto. Quella macchina, tornata in funzione, alla luce delle nuove norme è comunque obsoleta e inutile: per l'emissione della nuova smart card servono nuove tecnologie, che possano immettere una serie di dati biometrici. La principale novità che scatterà (forse) da marzo non è tanto nei contenuti quanto nella distribuzione del supporto: la carta, infatti, non verrà rilasciata «a vista», ma verrà spedita a casa. L'ufficio anagrafe di Trento, quindi, non avrà bisogno del macchinario, ma dovrà «solamente» raccogliere tutto ciò che serve (impronte digitali, codice fiscale, atto di nascita, fotografia, firma elettronica, consenso alla donazione degli organi, numero di telefono, indirizzo di posta elettronica o indirizzo Pec) e inviarlo a Roma. Qui l'anagrafe verificherà i dati con la questura e poi provvederà a spedire a casa del cittadino la tessera.

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La raccolta di tutto quanto verrà «inserito» nella carta d'identità a Trento, in realtà, si fa già. L'unica differenza è che tutti i dati verranno appunto inviati nella capitale e la stampa della card è affidata all'Istituto Poligrafico e alla Zecca dello Stato, che la spedirà a casa entro sei giorni lavorativi insieme al Pin e al Puk per accedere ai servizi online. I cittadini in possesso di un documento in corso di validità non sono però obbligati a richiedere immediatamente il nuovo documento elettronico e potranno aspettare la scadenza naturale. Capitolo costi. La carta d'identità elettronica costa cinque volte di più rispetto a quella cartacea: 25,42 euro contro 5,42 euro. Di questi 25 euro un quinto restano al Comune, il resto è il costo del supporto e dei macchinari che servono per crearlo. Un esborso maggiore che dovrebbe essere compensato dal pensiero che anche gli italiani potranno finalmente diventare cittadini digitali.

Infine una nota sul consenso alla donazione degli organi: a fare fede, carta digitale o cartacea che sia, sarà comunque quanto scritto nel sistema informatico dei trapianti. A tal proposito, entro fine mese, Apss e Comune decideranno la tempistica per aggiornare la banca dati del centro trapianti.

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