Cinque anni in pensione «per sbaglio»

di Sergio Damiani

È il sogno inconfessabile - ma impossibile da quando sono state abolite le baby pensioni - di ogni lavoratore: andarsene in pensione presto, con soli 15 anni e rotti di contributi. Eppure è accaduto ad un dipendente della scuola che aveva lasciato il lavoro nel 2007 e per cinque anni ha beneficiato di un trattamento pensionistico provvisorio. Solo dopo anni l'Inps - che nel frattempo, non senza qualche disguido, aveva ereditato la gestione Inpdap dei dipendenti pubblici - si è accorta che l'uomo non aveva maturato il diritto alla pensione visto che i contributi erano insufficienti: 15 anni, 10 mesi e 15 giorni non bastano più (per fortuna, aggiungiamo) per andare in pensione. E così è sorto un contenzioso tra l'Istituto di previdenza e il pensionato "per errore" per recuperare le somme erogate indebitamente (oltre 70 mila euro).

Ripercorriamo le tappe di questa incredibile vicenda previdenziale finita di fronte alla sezione giurisdizionale della Corte dei conti di Trento. L'uomo era andato in pensione il primo settembre 2007, forse lui stesso non aveva fatto bene i calcoli quando presentò la domanda. Di certo, però, aveva un'anzianità contributiva insufficiente. Si fatica a comprendere come un tale «dettaglio» possa essere sfuggito agli uffici. «L'Inps - si legge in sentenza - ha rilevato che al sig. R. veniva temporaneamente erogato il trattamento pensionistico, in quanto ricompreso nel novero del personale della scuola cessato dal servizio nell'anno 2007, per il quale molti Uffici scolastici provinciali non erano riusciti a completare le procedure in tempo utile affinché l'Inpdap potesse erogare il trattamento di pensione. Cosicché il Dipartimento per l'Istruzione - Direzione Generale, con nota in data 12 luglio 2007, disponeva l'erogazione a titolo provvisorio di una somma, da conguagliarsi a debito o a credito al momento dell'esatta determinazione del trattamento pensionistico, per evitare che il personale cessato dal servizio, la cui pratica di pensione non fosse stata inserita nei flussi telematici entro il 10 luglio 2007, potesse trovarsi senza stipendio e, momentaneamente, senza pensione». 

L'aspetto incredibile è che ci sono voluti cinque anni per scoprire che il pensionato non aveva maturato il diritto alla pensione. Per tutto quel periodo l'uomo ha infatti regolarmente incassato il trattamento, non una pensione d'oro ma comunque dignitosa. Il risveglio è stato brusco. La pensione dopo poco più di 15 anni nella scuola era appunto solo un sogno svanito il 30 novembre del 2012. Da allora la pensione è stata revocata e anzi l'Inps ha chiesto la restituzione di 70.777 euro. Il pensionato non ha dato alcun riscontro alla richiesta e così l'Inps ha avviato un procedimento di fronte alla Corte dei conti perché il signor R. sia dichiarato debitore nei confronti dell'Inps dei 70.777 euro, cifra che corrisponde a 5 anni di pensioni non dovute. Il giudizio promette di avere tempi lunghi visto che i giudici trentini, accogliendo un'eccezione del difensore del baby pensionato, hanno stabilito l'incompetenza territoriale della sezione di Trento in favore della sezione giurisdizionale del Lazio.

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