L'addio ad Alessandro Mattivi. «Non ti dimenticheremo mai»

L'ultimo saluto all'imprenditore 52enne di Trento rimasto vittima di una caduta nel gruppo del Brenta. La commozione della mamma e dei tre figli

Si è svolto questo pomeriggio, nella chiesa parrocchiale dei Solteri, il funerale di Alessandro Mattivi, l'imprenditore 52enne di Trento rimasto vittima di una caduta nel gruppo del Brenta lunedì scorso, 28 dicembre. Mattivi, titolare dell'omonima ditta di lavorazione del marmo, aveva deciso di raggiungere il bivacco «Fratelli Bonvecchio», ma senza mai giungervi: era scivolato quando mancava poco alla meta, a quasi 2.800 metri, precipitando per 200 metri sul sentiero Costanzi e non trovando scampo. 

A salutarlo per l'ultima volta c'era tantissima gente. Parenti, amici o semplici conoscenti di una persona che si sapeva far volere bene. In prima fila la moglie Antonella e i tre figli (Loris, Eros e Linda). Uno di loro, Loris, lo ha voluto ricordare così: «Eri una grande persona, un lavoratore eccezionale. Il fatto che oggi ci sia qui questa folla significa che moltissimi ti apprezzavano».

La Messa è stata celebrata da don Claudio Leoni

In questi giorni di grande dolore, uno tra i tanti grandi amici di Alessandro Mattivi, Massimo Molinari, ha voluto dedicargli un dolce ed intenso saluto. Una poesia struggente. 

Guardo il tuo viso e vedo la tua anima: il pensiero, ci porta a immaginare la bellezza che può esprimere l'uomo, nelle sue azioni, come un artigiano che scolpisce la pietra per dare nuova vita a un materiale inerte. L'interpretazione degli eventi, che si susseguono nella vita di ognuno di noi, ci portano a riflettere per cercare delle risposte, l'Essere Umano pensante si pone sempre delle domande. Ci spegniamo lentamente, molto lentamente, rischiando di perderci, per poi dimenticarci chi siamo. Il viaggio che alcuni intraprendono, per comprendere il significato di ciò che noi chiamiamo vita, è una scelta imposta dalla consapevolezza di esistere e, se compreso, nulla li può fermare Il sentiero che dobbiamo percorrere è segnato dal nostro Tempo.

Il luogo della Montagna, ti ha permesso di ritrovare la tua anima, assopita da tempo, soffocata da ciò che definivi, lavoro. Questa bella citazione era la tua fede: «Il lavoro nobilita l'uomo». Forse, poi, ti sei chiesto chi l'ha scritta... Tu hai avuto la forza di reagire, e il coraggio di fare delle scelte. Coraggio? conosci molto bene, il suo significato. A volte usiamo le parole: «potrei», «farei», ma il verbo del presente lo dimentichiamo. Tu, del presente ne hai fatto una virtù. Lungo il tuo cammino hai compreso il valore di ogni cosa, il significato della vita stessa. Ora? forse il tuo Tempo è terminato, ma la tua anima è ben viva, perché con coraggio l'hai cercata, chiamata e ritrovata. Probabilmente sei già risorto, perché ti sento più vivo di molti «vivi». Arrivederci, Alessandro, io ti ricordo .

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