Cacciatore usava trappole e uccideva uccelli protetti

La procura di Trento ha chiesto il rinvio a giudizio per violazione della normativa venatoria di un 43enne di Prezzo, nelle Giudicarie. L’uomo è accusato di «aver detenuto esemplari di fauna selvatica nei cui confronti la caccia non è consentita». In particolare l’imputato «deteneva 80 uccelli morti di varie specie protette quali cince, pettirossi, ciuffolotti, cardellini, tordella, oltre ad un gufo comune imbalsamato».

L’uomo è imputato anche «per aver esercitato l’uccellagione e la caccia con mezzi vietati». Il cacciatore è finito nei guai per aver utilizzato trappole a scatto in acciaio. Infine l’uomo deve rispondere anche di violazione della normativa sulle armi per aver «illegalmente detenuto all’interno della propria abitazione un fucile calibro 410, arma comune da sparo non denunciata» ai sensi della normativa del 1931.

Il fatto contestato risale all’8 ottobre scorso. Quel giorno i forestali della stazione di Pieve di Bono, coadiuvati dal guardiacaccia, dopo aver udito alcuni colpi di fucile provenienti dalla località Cerè scoprirono l’odierno imputato, risultato in possesso di regolare licenza e di permesso di caccia per la stagione venatoria 2015-2016, intento alla caccia da capanno, utilizzando una trappola a scatto per la cattura di uccelli, munita di un insetto quale esca (sistema adatto alla cattura di uccelli insettivori protetti, quali cince e pettirossi). In seguito nella sua abitazione a Prezzo vennero trovati 80 uccelli morti di varie specie protette e una trappola d’acciaio. L’uomo venne quindi segnalato all’autorità giudiziaria che nel giro di poche  settimana ha chiesto il rinvio a giudizio del cacciatore di uccelli.

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