Nuovo vescovo, favorito padre Francesco Patton È il candidato più «bergogliano» per il dopo Bressan

di Paolo Ghezzi

Tra gli «episcopabili» i cui nomi girano sempre più insistentemente in relazione alla prossima nomina del nuovo arcivescovo di Trento, il 122° della serie aperta da Giovino (Vigilio fu il terzo) è un Francesco francescano, cioè padre Francesco Patton, 51 anni (il suo compleanno è il 23 dicembre), ministro provinciale (cioè superiore) dei frati minori (francescani) trentini di via Grazioli, il candidato apparentemente più forte e più «bergogliano».

Nessuno (se non forse solo lo stesso arcivescovo Luigi Bressan) sa quando Roma comunicherà la scelta del successore di San Vigilio in terra trentina, ma negli ultimi giorni - nei corridoi della Curia - si sta registrando la sensazione di un'accelerazione.

Inutile chiedere conferme ufficiali, ma all' Adige risulta che le quotazioni di padre Francesco Patton siano le più alte.

Un frate dal profilo umile, ma buon predicatore e già con esperienze di «governo» della sua provincia francescana, potrebbe essere il candidato gradito al papa gesuita, che ha scelto Francesco come nome programmatico, primo pontefice nella bimillenaria storia della Chiesa cattolica.

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Certo, la «tradizione» vorrebbe che in una sede di arcidiocesi venga inviato chi è già stato consacrato vescovo (come è accaduto anche negli ultimi due casi, quelli di Giovanni Maria Sartori vescovo di Rovigo nel 1988 e di Luigi Bressan nunzio apostolico in Thailandia nel 1999, ordinato vescovo 10 anni prima) ma con Jorge Mario Bergoglio sul soglio di Pietro ogni «regola» è saltata.

Ultimi esempi? A sostituire l'ultraconservatore cardinale Carlo Caffarra a Bologna è stato designato non un bolognese, ma un romano: Matteo Zuppi , 60 anni, che i partecipanti alla scuola della Rosa Bianca hanno apprezzato nell'agosto scorso, insieme a don Luigi Ciotti, a Terzolas. Era assistente ecclesiastico della Comunità di Sant'Egidio e vescovo ausiliare per il settore centro della diocesi di Roma. Per Palermo, invece, papa Francesco ha scelto un siciliano, Corrado Lorefice , direttamente promosso - a soli 53 anni - da parroco di Modica (Ragusa) ad arcivescovo metropolita della capitale dell'isola, che lo abbraccerà il 5 dicembre.

E anche a Padova, per stare più vicini alla nostra diocesi, il vescovo di Roma ha spiazzato tutti, nominando un forestiero non ancora consacrato vescovo, monsignor Claudio Cipolla , 60 anni, vicario episcopale della diocesi di Mantova.
Una cosa è certa: papa Francesco si muove con grande libertà, e decide di volta in volta se tener conto delle «terne» di episcopabili che vengono compilate in base alle consultazioni (segrete) che si svolgono tra i preti della diocesi che attende un nuovo pastore.

Ma quali sono gli altri nomi di cui si è parlato in queste settimane? L'ex direttore di Vita Trentina Ivan Maffeis (compagno di studi di Patton alla Pontificia Università Salesiana in comunicazioni sociali), classe 1963, di Pinzolo, che però è stato nominato direttore dell'Ufficio nazionale comunicazioni sociali della Cei (Conferenza episcopale italiana) solo nel maggio scorso, e a cui difficilmente papa e vescovi rinuncerebbero dopo appena sei mesi.

Improbabile appare anche un ritorno nella sua terra di origine del noneso Giancarlo Bregantini, classe 1948, oggi arcivescovo metropolita di Campobasso-Boiano, dopo essere stato vescovo di Locri in Calabria, in prima linea contro la 'ndrangheta. «Contro» Bregantini a Trento gioca la stima di cui gode a Roma e che lo colloca tra le figure di riferimento di una Chiesa povera e coraggiosa a livello nazionale, e l'età: a 67 anni, gli rimangono 8 anni prima del pensionamento, e nelle ultime nomine il Vaticano sembra preferire i cinquanta/sessantenni.

Don Albino Dell'Eva , classe 1960, delegato vescovile per la pastorale della famiglia e assistente diocesano della Fuci, è un altro nome che viene fatto in questi giorni, mentre «contro» l'irruente e stimato vicario generale monsignor Lauro Tisi , 53 anni, gioca la logica che vede i vicari nominati vescovi in altra sede, e non dove hanno già «governato» il clero.
La nomina potrebbe arrivare intorno all'Immacolata (8 dicembre, Sartori fu annunciato il 7) o comunque prima di Natale. L'ingresso in diocesi, probabilmente nella primavera 2016.

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