Sfregiò la moglie con la lametta, a processo per lesioni e rapina

L’accusa è raccapricciante: tentata rapina e lesioni aggravate dopo aver sfregiato, con una lametta, il viso della moglie. Ieri la prima udienza del processo che vede imputato un tunisino 26enne, ancora detenuto, è stato rinviato a novembre perché il reati contestati sono di competenza del Tribunale collegiale.

La parte offesa è una 25enne trentina che nel 2013 si era sposata con il giovane tunisino. La convivenza era andata avanti tra alti e bassi, con frequenti litigi, ma anche con riappacificazioni. La rottura, immaginiamo definitiva vista la gravità dei fatti, risale al 29 aprile del 2014. Quel giorno la ragazza disse che voleva uscire per andare a trovare un’amica. Ma il marito, che pare fosse gelosissimo, rispose che avrebbe potuto andare dall’amica, ma solo se accompagnata da lui stesso. Prima di uscire per prendere l’autobus numero 3 in via Conci, la ragazza prese 250 euro custoditi in casa, pensando che il marito in sua assenza avrebbe potuto appropriarsi del denaro.

Giunti nei pressi di una passarella pedonale il marito si bloccò all’improvviso. Estrasse di tasca una lametta da barba e disse alla moglie di tirare fuori i soldi che gli servivano per scappare in Francia. Lei istintivamente si copriva il volto con il cappuccio della giacca e con le mani, ma non bastava per proteggere il viso. «Con forza - racconterà poi la vittima alla polizia - riusciva a tirare via la giacca e le mani e mi colpiva con la lametta sulla guancia sinistra. Poi controllava il mio viso, che sanguinava abbondantemente, e mi feriva sempre con una lametta sulla guancia destra».

Una donna che abitava alle torri di Man, udite le urla strazianti della ragazza, chiamava le forze dell’ordine, mentre altre persone accorrevano in suo soccorso. La 25enne veniva curata al pronto soccorso dove suturavano le ferite, che però rischiano di lasciare segni permanenti. Il marito invece veniva arrestato qualche tempo dopo ed ora rischia una condanna pesante.

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