Operazione antidroga nel Nord Italia. Perquisizioni anche in Trentino Alto Adige

Operazione dalla Guardia di Finanza di Venezia: l'organizzazione criminale aveva una importante base in Trentino

Una organizzazione criminale albanese strutturata per "cellule" tra loro sconosciute, con un "cifrario" per i messaggi interni che veniva spesso cambiato, dedita al traffico di droga, specie eroina - circa una tonnellata all'anno -, verso il mercato del Nord Italia e al reinvestimento del denaro nel Paese delle Aquile. Un sodalizio capeggiato da due fratelli, Altin e Emiljan Hairi, 31 e 28 anni, tornati in Albania dopo una decina d'anni trascorsi a Padova, portato alla luce e stroncato dalle indagini del Nucleo di Polizia tributaria Gico di Venezia, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia, in una operazione denominata "Enigma".

I due fratelli, grazie alla collaborazione con le autorità albanesi, sono stati arrestati nelle prime ore di stamane, mentre altri 14 connazionali sono finiti in manette in Italia, in esecuzione di provvedimenti emessi dal Gip per traffico e detenzione illeciti di stupefacenti, aggravati dal fatto che sono stati commessi da un gruppo criminale transnazionale. Altre cinque persone sono ricercate oltre Adriatico.

Le indagini, cominciate alcuni anni fa con un monitoraggio dei mercati dello spaccio al minuto, hanno permesso via via di risalire la "filiera" di quella che è poi risultata essere una struttura criminale composta solo da albanesi articolata per "gruppi" che gestivano i diversi aspetti dell'importazione e dello smercio di droga, non ultimo quello dell'invio dei proventi - solo contanti attraverso viaggi in auto o aerei - nel Paese delle Aquile, sotto la direzione di 'luogotenentì che facevano riferimento diretto ai capi.

A Trento c'erano la "cellula" per la distribuzione e la consegna dello stupefacente e quella logistica per la raccolta del denaro; a Roverchiara (Verona) il gruppo per la lavorazione e distribuzione dell'eroina; a Padova, quello che svolgeva il compito di collegamento tra i trafficanti locali e i capi in Albania. Nel corso degli ultimi anni, gli accertamenti via via sempre più stringenti - come ha ricordato il tenente colonnello Stefano Boldrini - hanno portato al sequestro di circa mezza tonnellata di droga - 200 kg di eroina e 325 di marijuana - e di altrettanta sostanza da taglio, oltre al sequestro di due raffinerie e di beni riconducibili all'organizzazione per 10 milioni di euro in terra albanese e di altri 16 arresti.

Il procuratore aggiunto di Venezia, Adelchi D'Ippolito, ha sottolineato l'importanza della collaborazione con la polizia albanese, oltre alla partecipazione nelle indagini della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, l'Interpol, i Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, per la riuscita di una operazione che ha definito "tra le più importanti degli ultimi anni". 

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