Stella, lotta dura senza paura Nel mirino sempre il Trentino

di Matteo Lunelli

A volte ritornano. E a volte ci ritornano molto spesso, quasi ossessivamente, a distanza di qualche mese dall’ultima volta. È il caso di Gian Antonio Stella e del Trentino. Non si tratta, tuttavia, di ritorni per un weekend di vacanza, sulla neve o al lago. Si tratta, ancora una volta, di accuse. «Stella attacca il Trentino» (o l’autonomia o le circoscrizioni, fate voi, va bene ugualmente) è uno dei titoli più utilizzati degli ultimi anni, altro che orso, mele o basket.

Su «Sette», l’inserto del Corriere della Sera in edicola, a pagina 10 si legge «In Trentino il gettone fa più gola delle mele». È il titolo del nuovo fondo del giornalista veneto, martellante nei confronti della provincia come un (penta)stellato grillino nei confronti dei privilegi. Nel catenaccio si legge che «si riapre il dibattito»: ne prendiamo atto. Stella torna sul tema delle circoscrizioni e dei loro costi, trattato sul Corriere (e poi a cascata sui quotidiani locali) nel gennaio 2012 e su «Sette» nel dicembre 2013 (e poi a cascata sui quotidiani locali).

D’altra parte se in Trentino nulla viene modificato lo scrittore ha tutte le ragioni a tornare sull’argomento: «se non cambierà editoriale sarà», per citare un famoso slogan della lotta studentesca degli anni Settanta. Nel pezzo si parla di come «nelle ridenti valli trentine, il paese di Bengodi della politica territoriale» ci siano troppe circoscrizioni (a Trento 12, una ogni 9.556 abitanti, e a Rovereto 7, con Noriglio che ha solo 1.639 anime) e costino troppo.

Un «vero» autonomista direbbe che nelle valli trentine non si ride ma si lavora, offeso per come Stella non riesca a convincersi del fatto che tutto questo sia necessario. O no? «Il dibattito si riapre» (direbbe qualcuno che non lo ha mai chiuso).

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