«Malattie ormai sconfitte torneranno ad uccidere»

di Roberta Boccardi

Ritorno dell’obbligo della vaccinazione, sanzioni ai pediatri che sconsigliano i vaccini: sono alcune delle ipotesi su cui sta lavorando il Ministero della sanità per far aumentare la copertura vaccinale scesa ormai ben al di sotto della soglia di sicurezza. E il Trentino non fa eccezione. «C’è un calo significativo anche da noi - osserva la dottoressa Annunziata Di Palma, primario di pediatria al S. Chiara - ed è una situazione da presidiare perché il rischio di veder tornare malattie ormai dimenticate è davanti agli occhi: è già capitato in un’altra città che una piccolina sia morta di pertosse».

Si vaccina di meno, ma anche più tardi, vero?
Si tende a vaccinare sempre di meno soprattutto perché «troppo piccoli»: questa è una delle principali obiezioni. Ma alcuni vaccini hanno un senso proprio per l’età precoce dei bambini, e non rispettare la tempistica indicata fa perdere di significato alla vaccinazione. Se poi si smette di vaccinare i germi proliferano in fretta.
Lei sarebbe favorevole alla reintroduzione dell’obbligo?
Non lo so. Certamente, però, è difficile fare un passo indietro quando si ha a disposizione uno strumento valido per contrastare efficacemente malattie infettive evitabili che potenzialmente mettono a rischio la vita dei bambini. O vogliamo tornare a morire di difterite?
Ci sono movimenti anti vaccini, o persone che hanno altre convinzioni e modelli di vita...
In mezzo a tante «fiction» il fatto evidente e scientifico è che le malattie infettive hanno avuto un arresto grazie proprio al contrasto efficace delle campagne vaccinali. Poi che la gente segua dei siti dove qualcuno che non ha titolo scientifico attribuisce ai vaccini complicanze che sono occasionali e per le quali non c’è evidenza provata di causa - effetto, questo è pericoloso. E  colpevole.  
Anche qui da noi ci sono già stati dei casi?
Abbiamo visto l’anno scorso un paio di meningiti in bambini non vaccinati, ma in breve gli effetti si faranno sentire anche da noi. E se devi proteggere un figlio lo devi fare con le armi a disposizione: i vaccini sono una delle poche armi efficaci della medicina per prevenire malattie importanti e invasive.
Stiamo parlando di malattie che possono lasciare segni.
Postumi molto seri si possono avere con il morbillo se evolve in encefalite piuttosto che con la pertosse che può lasciare problemi di tipo neurologico a causa delle apnee. Ma abbiamo già visto forme aggressive di morbillo con complicanze batteriche che hanno richiesto molti giorni di ospedale con antibiotici. Tutto evitabile.
Dai quattro vaccini obbligatori però effettivamente si è passati ad un numero elevato.
E questa è un’altra preoccupazione dei genitori: c’è l’idea che stimolando molto precocemente il sistema immunitario ci siano effetti collaterali, ma è una considerazione sbagliata. Noi pediatri possiamo spiegare ai genitori i vantaggi, ma soprattutto gli svantaggi che derivano dalla non vaccinazione. Gli effetti collaterali che vengono descritti non hanno valenza scientifica o dignità clinica, ma sono manifestazioni sporadiche: una volta su un milione.
L’ultimo vaccino introdotto è quello contro il papilloma virus per le bambine.
Importantissimo per prevenire il cancro dell’utero. Magari lo avessimo avuto anche noi, molte donne non sarebbero completamente isterectomizzate adesso!
Come pediatri come intendete muovervi?
Troveremo strumenti per dare alla gente un’informazione più convincente. Però un genitore dovrebbe considerare che il bimbo non sceglie, e allora perché togliergli una possibilità?

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