Dà del «buffone» a un collega Multato discografico trentino

Anche nell’infinita piazza virtuale di Facebook bisogna stare attenti a cosa si “urla”: dirimendo una lite tra discografici trentini, il giudice Giuseppe Serao ha fatto passare le critiche, ma non il termine «buffone». E così l’imputato, proprio per aver dato del «buffone» al collega, è stato condannato per diffamazione al pagamento di 400 euro di multa.

Il procedimento penale era partito dalla querela presentata dal titolare di una casa discografica di Trento che aveva scoperto come su internet, e in particolare su Facebook, un suo “collega” avesse postato espressioni molto pesanti nei suoi confronti. Il querelante lamentava di essere stato oggetto di una campagna  che avrebbe danneggiato la sua reputazione, instillando  dubbi  circa la sua competenza. I fatti oggetto del processo si collocavano tra l’ottobre e il dicembre 2011. Le frasi “incriminate” erano varie: «falso discografico», persona già «segnalata» e anche «buffone».

Appellativi che - per l’accusa - erano diretti senza dubbio alla vittima, visto che veniva fatto esplicito riferimento anche al nome della società del querelante. In altri casi l’imputato avrebbe caricato anche l’immagine del collega finito nel mirino: il viso della vittima era infatti barrato da un segnale di divieto con la scritta: «Smascheriamo i buffoni e i falsi discografici».

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