Levato: «Sono disperata»

Separata dal suo bambino su provvedimento della Procura per i minorenni, Martina Levato, la bocconiana condannata a 14 anni per aver sfigurato con l'acido un suo ex fidanzato e sotto processo per altre aggressioni, dice di essere «disperata» e, ancora ricoverata dopo il parto cesareo, si sfoga con a fianco i genitori: «Così mi hanno distrutto». Intanto, il pm minorile Annamaria Fiorillo difende la sua decisione dalle polemiche scaturite e spiega che è stata presa in primo luogo nell'interesse del piccolo, precisando che comunque «in un caso come questo qualunque scelta fa male». E in questo contesto il pm di Milano Marcello Musso, titolare dell'inchiesta sulla «coppia diabolica» che ha portato alla condanna anche dell'amante Alexander Boettcher e all'arresto del presunto complice Andrea Magnani, ha ritenuto doveroso compiere «un atto umano di solidarietà verso il bambino».

Si è presentato alla clinica Mangiagalli dove il bebè - riconosciuto dalla giovane con il nome di Achille (presto lo farà anche Alex attraverso un messo comunale che andrà a San Vittore) - è nato tra venerdì e sabato scorso e gli ha portato in dono delle scarpette. Regalo accompagnato da un biglietto con su scritto: «Ad Achille, con infinita tenerezza per un lungo cammino». E poi ha raccontato: «È un bambino bellissimo, è andato tutto bene, è importante che il parto sia avvenuto alla Mangiagalli (ha incontrato anche i dirigenti della struttura, ndr) dove è stato curato al meglio».

Lo stesso pm, tra l'altro, aveva disposto il trasferimento di Levato da San Vittore alla clinica milanese. E sempre il magistrato Musso, inoltre, aveva chiesto e ottenuto dal gip che dopo il parto la giovane venisse portata assieme al bimbo all'Icam, l'istituto per detenute madri con figli. La Procura per i minorenni, però, nel frattempo ha avviato l'iter per l'adottabilità del piccolo con un ricorso su cui dovranno esprimersi ora i giudici minorili. Il pm Fiorillo nel suo provvedimento ha valutato che sussiste una «inadeguatezza totale ed irreversibile» da parte dei genitori del piccolo a provvedere ai suoi bisogni evolutivi.

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