Malmenato perché va male a scuola, il padre deve risarcire il figlio

La Corte d'appello di Trento ha confermato che il figlio malmenato e umiliato in più occasioni dal padre perché non andava bene a scuola deve essere risarcito

La Corte d’appello di Trento ha confermato che il figlio malmenato e umiliato in più occasioni dal padre perché non andava bene a scuola deve essere risarcito. Il genitore è stato condannato a pagare 19.500 euro per i danni non patrimoniali (cioè per le lesioni subite, odiose ma per fortuna non gravi) e soprattutto per i danni morali per le sofferenze, i traumi e la perdita della figura paterna.

Si è chiusa così (salvo ricorsi per Cassazione) una gran brutta vicenda familiare. Il fronte penale aveva visto il genitore manesco  patteggiare 2 mesi e 20 giorni per abuso di metodi correttivi, mentre era caduto il reato di maltrattamenti. Accuse che l’imputato aveva sempre respinto. Nell 2009 la madre del ragazzo, per conto del figlio, aveva promosso attraverso l’avvocato Luca Maria Conti una causa civile contro il padre. Al genitore venivano contestati tre diversi episodi, tutte orribili reazioni agli scarsi risultati scolastici del ragazzo. Il primo risaliva al febbraio del 2007 quando l’uomo, non soddisfatto della pagella, picchiò il minore (allora 13enne) e tagliò con un coltello alcune ciocche di capelli. Un'’altra reazione violenta risaliva all’anno successivo, sempre per scarso rendimento scolastico. L’episodio più grave era del marzo 2008: il genitore “armato” di mattarello avrebbe colpito (per fortuna di striscio) il figlio sui genitali. Seguì rasatura dei capelli.

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