«Vitalizi d'oro», i 5 Stelle chiedono 10,8 milioni di euro

di Lorenzo Basso

Il Comitato dei cittadini anti-vitalizi del Movimento 5 stelle (M5s) si costituirà parte civile al processo che vede imputate alcune persone nell'ambito dell'inchiesta relativa agli assegni liquidati ai consiglieri regionali. Lo stesso faranno i consiglieri Filippo Degasperi ed il collega altoatesino Paul Koellensberger, che in questo modo puntano a chidere un risarcimento per il danno d'immagine e di credibilità alle istituzioni pubbliche causate dalla vicenda. I due consiglieri M5S e il comitato saranno rappresentati in giudizio dagli avvocati Maria Cristina Osele e Marco Zanella.


La decisione degli esponenti del movimento, che segue una lunga serie di iniziative pubbliche di sensibilizzazione ed informazione della cittadinanza sull'argomento, è stata comunicata ieri in una conferenza stampa, durante la quale sono stati presentati anche l'ammontare dell'indennizzo richiesto per la presunta frode ai danni della cittadinanza. Si tratta di una somma pari a 10,8 milioni di euro, calcolata in riferimento alle accuse formulate dalla Procura di Trento per l'ex presidente del Consiglio regionale Rosa Thaler Zelger, l'ex presidente di Pensplan Gottfried Tappeiner e per il direttore generale di Pensplan Invest Florian Schwienbacher.


«Di fronte all'immobilismo del Consiglio regionale - ha spiegato ai media locali il portavoce del comitato Cristiano Zanella - abbiamo deciso di costituirci parte civile, perché riteniamo che nella questione relativa ai vitalizi la vera parte offesa sia la popolazione trentina. Gli stessi inquirenti hanno evidenziato come il danno sia stato cagionato alle istituzioni regionali, e quindi all'intera collettività, per risorse sottratte in modo fraudolento. Il nostro obbiettivo, quindi, è quello di fare il possibile affinché la somma ottenuta in modo illecito sia restituita e confluisca in un fondo vincolato all'attivazione di servizi per i cittadini».


Stando a quanto riferito, la costituzione come parte civile al procedimento penale, la cui udienza preliminare è prevista per oggi, si inserisce all'interno delle azioni messe in campo degli esponenti del movimento per completare la restituzione di oltre 90milioni di euro alle casse regionali. «Portiamo avanti una battaglia concreta - ha chiosato in merito Riccardo Fraccaro - perché vogliamo che i soldi tolti alla comunità tornino indietro. Il nostro, è un impegno per una classe politica onesta, che rispetti i principi dell'equità sociale. Come si può infatti aumentare i ticket sanitari mentre non si fa nulla per fermare i bonifici milionari».


La richiesta di 10,8 milioni di euro deriverebbe dal calcolo della frode causata dalla rivisitazione al rialzo delle stime relative all'aspettative di vita dei consiglieri e ai tassi di rendimento per garantire degli assegni più vantaggiosi alla classe politica. A questa, si aggiungerebbero poi 30mila euro chiesti separatamente da Degasperi e Koellensberger (15mila a testa). Mentre la prima somma, se dovesse essere rifusa, verrebbe restituita interamente (con la clausola di utilizzo per il bene pubblico), la seconda è destinata ad alimentare il fondo di microcredito attivato dal M5s a favore dei giovani imprenditori locali mediante l'autotassazione degli esponenti eletti nelle istituzioni.

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