La garza non è 100% cotone, nei guai fornitore dell'Azienda sanitaria

La procura, sulla base di una segnalazione partita nel gennaio scorso dalla Azienda sanitaria, ha aperto un procedimento

L’etichetta dichiara 100% cotone, ma così non è. Non sorprende che ciò accada a chi acquista magliette e mutande, magari a prezzi stracciati. È più strano che la presunta frode in commercio avvenga nel settore della sanità, nella fornitura di garze destinate agli ospedali trentini. La procura, sulla base di una segnalazione partita nel gennaio scorso dalla stessa Azienda sanitaria, ha aperto un procedimento su un’ipotesi di truffa e di frode a causa di una fornitura di materiale sanitario diverso da quello previsto dal capitolato d’appalto. La gara per la fornitura di garze, per un importo annuo di 13.101 euro, era stata vinta da un’azienda ligure. Secondo il capitolato, che poi riprendeva quanto previsto dalla farmacopea ufficiale, il materiale per la medicazione doveva esser in «puro coto

ne». Caratteristiche che erano anche riportate sull’etichetta.  Le garze in realtà sarebbero state di qualità diversa da quella richiesta. Secondo le indagini condotte dal Nas il prodotto è risultato difforme per qualità del tessuto, in particolare per la presenza di fibre di materiale diverso dal cotone. Gli inquirenti avrebbero trovato la presenza, in percentuali superiori alla soglia di tollerabilità, di viscosa e poliestere. Va sottolineato che le garze erano comunque perfettamente idonee all’uso, e dunque non c’è stato alcun problema di natura sanitaria. Anche se risultassero di qualità superiore a quella richiesta poco importa: secondo l’accusa l’azienda doveva fornire garze 100% cotone e tali non erano.

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