Carcere, apre a Trento la sezione protetta

Ospiterà violentatori, pedofili e parenti di collaboratori

di Marica Viganò

Sarà attiva dal 2 maggio la sezione protetta nella Casa circondariale di Trento. Lo ha annunciato il direttore del carcere Valerio Pappalardo, in missione in reggenza. La nuova area di detenzione, posta al primo e al secondo piano dell'istituto di Spini di Gardolo, potrà ospitare un massimo di 80 persone provenienti dal Triveneto, in particolare da Verona.

La sezione è destinata ai detenuti che non possono essere ospitati nelle sezioni ordinarie per la loro incolumità: i «sex offender», ossia i condannati per violenza, abusi su minori, pedofilia; i parenti o conviventi di collaboratori di giustizia; i parenti di poliziotti e carabinieri. Come il Ministero ha promesso, la capienza dell'istituto di pena di Spini di Gardolo resterà invariata in quanto verrà trasferito in altre carceri il numero di detenuti corrispondente agli arrivi.

Sono attualmente 100 gli agenti di polizia penitenziaria che lavorano nella struttura di Spini. In organico dovrebbero essere 210. I detenuti sono 212, di cui 10 donne, per il 70% stranieri, soprattutto nordafricani. Circa 150 sono già condannati in via definitiva a pene medio-brevi. La capienza massima della struttura è di oltre 400 detenuti.

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