Sono oltre 335 i figli tolti a famiglie difficili in Trentino

di Fabia Sartori

In Trentino la percentuale di minorenni allontanati dalle famiglie d'origine è maggiore rispetto alla media italiana: prendendo a campione una «popolazione» di mille ragazzi e ragazze trentini di età fino ai 17 anni, sul nostro territorio sono in media 3,5 quelli allontanati dai propri nuclei famigliari, mentre in Italia lo stesso dato si attesta sul valore di 2,9. In particolare, in Trentino sono 335 i giovani che non godono del contesto famigliare di nascita.

I dati arrivano dal direttore della Fondazione Emanuela Zancan Tiziano Vecchiato, nell'ambito della giornata di studio «Famiglie fragili e figli a rischio evolutivo» che ha coinvolto oltre 110 psicologi, avvocati e assistenti sociali attivi in Trentino. I dati riportati sono stati pubblicati nel 2013 dall'Osservatorio nazionale ma sono riferiti al 2010.

«Possiamo pensare che la situazione attuale sia abbastanza simile, se non in crescita - dice - Sarebbe importante avere una metodologia di monitoraggio più veloce, così come una capacità decisionale rapida che consenta ai soggetti coinvolti (avvocati, magistrati, assistenti sociali) di abbreviare i «tempi di sofferenza» di giovani che vivono situazioni molto pesanti». Vecchiato ha riportato anche che, in Trentino, i «trapianti» di minorenni che avvengono in modo giudiziale (ovvero con imposizione da parte della magistratura) sono il 75% dei totali, e si ripartiscono in un 25% in cui i figli rimangono nella sfera parentale ed un 50% vengono accolti in un contesto extrafamigliare. Solo il 25% degli «allontanamenti» dalla famiglia di origine è da considerarsi «consensuale», segnale del fatto che i genitori hanno preso coscienza del problema esistente in famiglia.

Contestualmente, ieri, è stato prodotto anche il resoconto dell'attività decennale correlata al progetto «Pinocchio» di cui di occupa il Consultorio familiare Ucipem di Trento: «In sostanza - spiega la responsabile Vanda Scopel - interagiamo con i servizi sociali, i quali ci segnalano alcune persone «fragili» su indicazione della Magistratura». Da febbraio 2003 fino alla fine di dicembre 2014, i soggetti segnalati sono stati 173 facenti riferimento a 83 diversi nuclei famigliari. Di questi, solo 15 persone non hanno accettato la proposta di «percorso» all'interno del progetto «Pinocchio»: 158 adulti e bambini, invece, vi hanno preso parte.

Si contano 116 casi chiusi, ovvero persone che hanno terminato in modo positivo o negativo il loro iter: 29 minori, 43 madri, 26 padri e 18 persone che appartengono alla sfera parentale della famiglia con fragilità. «Al progetto partecipano soggetti cui viene «imposto» un percorso attraverso un decreto della Magistratura - spiega - Ben 65 persone hanno iniziato senza riconoscere il problema familiare in atto e poi sono diventati attivi e partecipi nel suo svolgimento. Mentre solamente 49 sono arrivati a «Pinocchio» sempre in modo coatto ma consapevoli del proprio problema, attivandosi per risolverlo». Da sottolineare che il maggior numero di problematiche riscontrate (25) dagli specialisti (quattro persone tra psicoterapeuti e psicologi) sono da correlare a «fragilità» in generale, ovvero situazioni croniche che contemplano alcolismo o droga ma anche problemi di salute, di autosostentamento (reddito basso), di garantire una casa al nucleo famigliare. In seconda battuta l'Ucipem ha rilevato le separazioni molto conflittuali (13).

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