Disoccupati e lavoratori in mobilità chi rifiuta un lavoro perderà i sussidi

I lavoratori in cassa integrazione straordinaria o in mobilità saranno obbligati ad accettare un lavoro socialmente utile se verrà loro offerto e se la mansione richiesta risulterà idonea. In caso di rifiuto perderanno i sussidi ricevuti. Al contrario in caso di accettazione riceveranno per il periodo di impiego, che corrisponde a quello della cassa o della mobilità, lo stipendio previsto per quella mansione visto che il sussidio verrà integrato dall'ente pubblico assoldante.

La novità è stata approvata ieri dalla giunta provinciale su proposta dell'assessore al lavoro Alessandro Olivi. «È un passaggio importante - sottolinea - che va nella direzione di un welfare sempre più moderno e responsabile dove ciascuno è chiamato a fare la sua parte. La disponibilità del lavoratore di mettersi al servizio della propria comunità, in qualche modo restituendo ciò che riceve, è importante non solo sotto il profilo della tenuta del sistema ma anche sul piano valoriale perché lavorare per la comunità aiuta a non sentirsi passivi».

Le nuove regole avranno ora bisogno di una serie di passi per diventare operative. I Comuni, la provincia o le Comunità di Valle che attivano lavori socialmente utili potranno presentare all'Agenzia del lavoro dei progetti e questa, a sua volta, dovrà verificare la coincidenza tra i profili richiesti e la disponibilità di lavoratori. I posti in questione saranno in deroga al blocco del turn over a cui sono sottoposti gli enti pubblici.

Nessuna sovrapposizione è prevista con il Progettone, che attualmente impiega circa 1.250 lavoratori a cui vanno aggiunti i 1.500 di Azione 19. Non ci saranno perciò depotenziamenti e nessun lavoro utile affidato ai cassintegrati o ai lavoratori in mobilità secondo le nuove regole andrà a sottrarre possibilità a coloro che vengono reimmessi nel mercato del lavoro con questi strumenti.

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