L'invasione degli scarabocchi in città

di Giuseppe Fin

Sono dei veri e propri stacanovisti i «writer» trentini. Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le scritte sui muri della città e non viene risparmiato nulla, dai cestini fino ad arrivare alle diverse vetrine dei negozi sfitti in centro storico. Spesso operano a tarda notte imbrattando con scritte di dubbio gusto e quasi sempre di indecifrabile contenuto e, se l'obiettivo è di comunicare qualcosa, quello che i cittadini si trovano davanti sono codici o scarabocchi di cui si ignora il significato. Non si tratta di rendere una parete grigia esteticamente migliore visto che quei pochi messaggi che si riescono a leggere sono insulti e frasi discriminatorie.

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A Trento i vandali che scrivono frasi o eseguono scarabocchi ci sono sempre stati ma ora siamo davanti ad una vera e propria scia di graffiti selvaggi e nessuno, almeno fino ad oggi, ha cercato veramente di porre rimedio. Per capire bene la situazione abbiamo cercato di girare il centro storico di Trento. Siamo partiti dal sottopassaggio di via Lampi all'interno del quale, diversi mesi fa, sono stati appesi dei lavori realizzati dai ragazzi dell'istituto comprensivo Trento 6 sul tema della parità. Cartelloni in plastica bianchi con le immagini dei giovani che ad oggi purtroppo sono state ricoperte da scritte offensive e scarabocchi. Bastano pochi passi per arrivare in via Gazzoletti. Qui a non essere risparmiata è la facciata nera del palazzo dell'Inail ricoperta da scritte incomprensibili bianche e gialle. A breve distanza ad essere stata presa di mira con dei segni viola è anche la vicina scuola materna.

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Ben peggiore è invece la situazione che si può trovare in via Suffragio. Basta attraversare passaggio Dorigoni per trovarsi davanti le vetrine - di quello che una volta era un negozio di abbigliamento - riempite di scarabocchi rossi. Anche i portici di via Suffragio non stati indenni da tutto questo imbrattamento e a cadere sotto la mano dei «writers» sono ancora altre vetrine di negozi sfitti. La serie continua anche in via Roma. Sulle pareti del vicolo del Vò ci sono disegni, scritte e simboli e addirittura le pareti di marmo d'entrata di alcuni negozi sono state presi di mira con segni e disegni neri. Per non parlare poi delle pareti che si trovato sotto i portici di piazza Cesare Battisti. In questo caso le scritte sono decine accanto a simboli incomprensibili. Stessa situazione in via Schivabrica che da via Oriola porta in piazza Lodron. Le scritte sono comparse anche sulle pareti della Fondazione Caritro, sui lastroni di marmo in via Garibaldi, per non parlare poi delle scritte e dei disegni che si trovano in via Diaz, zone centrali della città. Una situazione simile è visibile anche in piazza Garzetti. Lungo via Rosmini diversi edifici hanno le pareti letteralmente imbrattate di scritte e scarabocchi colorati e anche se ci allontaniamo dal centro non cambia nulla. Ad essere presi di mira sono cestini, centraline elettrice e tutto quello che si può imbrattare.

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Le battaglie contro il fenomeno che sta devastando i muri di Trento sono state portate avanti in passato dal «Comitato anti - imbrattamento», capeggiato da Mario Basile, che più volte ha chiesto al Comune di Trento e al sindaco Alessandro Andreatta di intervenire con maggiori controlli e con la pulizia dei muri. Richieste, queste, che sembrano essere quasi cadute nel vuoto. Ad oggi i cittadini che si trovano le mura della propria casa o dell'edificio imbrattate possono intervenire autonomamente per la ripulitura oppure chiedere l'intervento del comune di Trento. In quest'ultimo caso, però, serve compilare una modulistica e il versamento di circa 155 euro. L'impegno per il Comune di Trento nel 2014 per la cancellazione di scritte e disegni da muri e facciate di case imbrattate da vandali si è aggirato attorno agli 11mila euro.

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