Il mercatino del sagrato, piace e funziona

di Fabia Sartori

Da dieci giorni l'associazione «Rinascita Torre Vanga» gestisce la «casetta del Natale» di fronte alla chiesa di Santa Maria Maggiore nell'intento di portare una presenza quotidiana sul territorio in relazione alla situazione di degrado esistente da tempo in questa parte di centro storico. Non mancano le prime polemiche. Venerdì era stato il comitato apartitico «Riprendiamoci Trento» (attivo su Facebook) a scrivere: «Non è il massimo del rispetto utilizzare il sagrato per vendere bibite, panini e vin brulè. Ci chiediamo se non fosse stato opportuno negare l'autorizzazione oppure proporre di allestire la casetta in un luogo diverso». Ieri, poi, Guido Tecilla ha scritto alla nostra redazione dichiarando i suoi «sentimenti contrastanti nei confronti dei mercatini di Natale», includendo anche la casetta che si trova di fronte alla «magnifica chiesa di Santa Maria Maggiore: La facciata principale è intralciata da una casetta in stile natalizio con tanto di bidoni di senape, wurstel e panche in stile festa campestre. Mi chiedo cosa c'entri questo con il Natale: sono perplesso dalla remissività della Curia, che dovrebbe tutelare in modo migliore questo monumento storico».

Ad intervenire in difesa dello «scopo sociale» dell'iniziativa è il portavoce dell'associazione «Rinascita Torre Vanga» Franco Dapor: «Ci spiace di essere stati fraintesi, forse non abbiamo comunicato in maniera efficace il progetto. Il nostro obiettivo non è ottenere guadagni dalla vendita: in questo scorcio di città sono frequenti prostituzione e spaccio di stupefacenti, non è mancata nemmeno qualche manifestazione anarchica non autorizzata». L'intenzione, quindi, è quella di riappropriarsi del territorio portando in piazza una sana atmosfera natalizia. Tanto che anche il parroco ha accolto con favore l'iniziativa, apprezzata in quanto manifestazione dell'attaccamento dei residenti alla comunità ed al bene comune. «Vorrei precisare che non siamo collocati sul sagrato della chiesa bensì sul suolo comunale. Invito chiunque ad avvicinarsi e a chiedersi lumi sulla nostra attività sociale».


Durante i primi dieci giorni di apertura l'associazione ha avuto modo di incontrare i residenti che si sono fermati a parlare della «situazione» sotto casa. Ma non è mancato il confronto con alcuni giovani avventori dei bar della piazza, con qualche accenno riguardo alle regole di una buona convivenza. «Sottolineo che domenica la piazza era affollata di bambini che giocavano. E non si verificava da cinque anni».

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