Messaggio del Papa al festival della famiglia: riconoscere diritti alle donne

Messagio di papa Francesco al Festival della famiglia, in corso a Riva del Garda: «Per l’impegno e la responsabilità che richiedono la messa al mondo e l’educazione dei figli, le famiglie necessitano di un aiuto appropriato da parte delle agenzie pubbliche e delle aziende, in un’ottica di mutua collaborazione».

Nel messaggio anche una sottolineatura del ruolo femminile: «Bisogna considerare che gli impegni della donna, a tutti i livelli della vita familiare, costituiscono anche un contributo impareggiabile alla vita e all’avvenire della società. Molte donne avvertono il bisogno di essere meglio riconosciute nei loro diritti, nel valore dei compiti che svolgono abitualmente nei diversi settori della vita sociale e professionale. Alcune di loro sono affaticate e quasi schiacciate dalla mole dei pesi e dei compiti».

Il pontefice prosegue poi con un riferimento esplicito alla kermesse gardesana: «Il tema affrontato, che riprende e completa una serie di riflessioni che avete già iniziato su altri aspetti nelle scorse edizioni, è molto importante», ha aggiunto rivolgendosi ai partecipanti al Festival. «Voi vi proponete - ha sottolineato - di offrire spunti di riflessione e piste operative affinchè la famiglia sia sempre più protagonista nel contesto sociale, culturale e politico del Paese. In effetti, voi siete ben consapevoli della posizione insostituibile e fondamentale che la famiglia occupa, sia nella società civile, sia nella comunità ecclesiale. Il futuro dell’umanità passa attraverso la famiglia, e pertanto bisogna permetterle di giocare il ruolo che le compete. Ma non è sufficiente ribadire l’importanza della famiglia e affermare i suoi diritti: occorre considerare concretamente come possono articolarsi i compiti della famiglia e quelli della società, in particolare per quanto riguarda i rapporti tra vita professionale e familiare».

«La famiglia - ha continuato il Papa - ha una missione che le è propria, al servizio dei suoi membri, del proprio sviluppo, della vita. Ha dei diritti e dunque ha bisogno di sostegni e garanzie per poterli esercitare. D’altra parte, la famiglia ha anche dei doveri verso la società, deve cioè offrire la sua collaborazione al servizio della comunità. È questo un ambito privilegiato in cui praticare armonicamente la solidarietà e la sussidiarietà, vale a dire una sinergia tra pubblico e privato, tra imprese e famiglie».

Questa terza edizione del Festivali si è aperta con l’arrivo di seicento studenti provenienti da undici scuole superiori del Trentino. Le realizzazioni artistiche dei ragazzi hanno intrattenuto tra gli interventi dei relatori l’audience composta da oltre mille ospiti complessivi. A iniziare dal video realizzato dalla quinta del liceo d’arte Depero di Rovereto, dedicato alla conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare che ha preceduto i saluti della città presentati dal sindaco del Comune di Riva del Garda, Adalberto Mosaner, promotore del Distretto famiglia dell’Alto Gardà, che ha organizzato una serie di eventi collaterali per il Festival a misura di famiglia e l’intervento dell’assessore regionale, Violetta Plotegher, che ha portato i saluti del presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, per continuare poi con il liceo musicale Bonporti, che ha portato in scena musica e danza Plotegher ha sottolineato la centralità di relazioni famigliari sane per una forte coesione sociale.

Presente anche il sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con delega alle politiche della famiglia, Franca Biondelli.
«Sono lieta - ha detto la rappresentante del govenro - di avere sottoscritto ieri il secondo protocollo con la Provincia di Trento per la diffusione del marchio Family audit.
Mi sono chiesta come il Trentino abbia ideato un marchio così bello e come fare come fare a diffondere sul territorio nazionale la cultura della conciliazione e ho osservato come qui in Trentino c’è una classe politica che ci crede, ci sono associazioni e dirigenti che ci credono. Sicuramente la prima cosa è che da qui arrivino le consulenze sul Family audit alle aziende nazionali, poi promuovere un’ottica diversa, che non veda più la famiglia sola e oggetto di politiche assistenziali, ma che coinvolga alla pari impresa e famiglie, che devono essere alleate e armonizzate».

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Il Family Audit, ripreso in Trentino sulla scia di alcune esperienze europee, è uno strumento di management adottato su base volontaria che «aiuta le organizzazioni a realizzare un efficace, consapevole, duraturo ed economicamente sostenibile bilanciamento tra gli interessi dell’organizzazione e quelli dei collaboratori. L’obiettivo primario dell’Audit è promuovere e sostenere il benessere familiare nelle organizzazioni attraverso una migliore conciliazione famiglia e lavoro», come spiega la Provincia.

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