Allarme della Lipu: in Trentino il bracconaggio è in aumento

La Lipu del Trentino lancia l'emergenza bracconaggio: «In questo periodo i bracconieri aumentano la loro attività contro la fauna selvatica - afferma il delegato Sergio Merz -, in particolare per mezzo della pratica illegale dell'uccellagione con l'impiego di reti, trappole e vischio oppure tramite l'uccisione diretta di specie protette».

«Il bracconaggio in Trentino è ben lungi dal decrescere - prosegue - Tanto che il Corpo forestale provinciale è già intervenuto più volte, denunciando illeciti di varia natura e gli autori degli stessi». Capita spesso che anche i privati cittadini conducano gli animali feriti al Centro recupero avifauna selvatica a San Rocco di Villazzano.

Merz fa anche una «rassegna» di alcuni casi verificatosi, l'ultimo dei quali è accaduto lunedì scorso: «Una poiana è stata presa a fucilate nella zona di Vervò in val di Non - dice - Ferita a morte, non è sopravvissuta». Non solo: la stessa sorte è toccata all'inizio di novembre ad un'altra poiana, che è stato impallinata da un cacciatore nella zona di Ala. «Si tratta dell'ennesima dimostrazione di come i rapaci vengano presi di mira malgrado siano tutelati da leggi provinciali, nazionali ed europee - aggiunge - La poiana ha riportato la frattura dell'ala sinistra ed è ricoverata presso il Centro recupero avifauna selvatica di Trento». A fine settembre era stato ferito anche uno sparviere (rapace protetto, ndr) a Pieve di Bono, che ha trovato la morte in seguito all'episodio. Mentre nel mese di ottobre altri due sparvieri non sono sopravvissuti: uno impallinato ad Arco e l'altro colpito gravemente da una fucilata nella zona di Rovereto.

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