Inaugurato l’anno accademico «Un onore de Pretis a Roma»

È stata la facoltà di Giurisprudenza ad ospitare questa mattina l'inaugurazione ufficiale dell’anno accademico 2014/15 dell’Università di Trento. La cerimonia si  è stata accompagnata anche dal conferimento della laurea honoris causa allo storico Heinz Schilling e dalla consegna dei premi ai migliori laureati e dei migliori dottori di ricerca dell’anno accademico 2012/2013.

 

L’inaugurazione di quest’anno – che riprende la tradizione dopo alcuni anni di

sospensione – si è tenuta in un momento di transizione per l’Università di Trento, che presto sarà chiamata ad eleggere il suo nuovo rettore, dopo le dimissioni della rettrice Daria de Pretis che da ieri ricopre il ruolo di giudice della Corte Costituzionale. E proprio il saluto e il ringraziamento alla rettrice de Pretis è stato il filo conduttore di molti degli interventi della mattinata. Il primo a ricordarla è stato il professor Aronne Armanini, rettore vicario fino a nuove elezioni. «Questa chiamata della nostra rettrice ad una delle più alte e prestigiose cariche della Repubblica – ha commentato Armanini – è un grande onore per la nostra Università e per la Comunità trentina, ma ha anche indotto un inatteso passaggio di consegne nel governo dell’università, proprio nel momento in cui i nuovi indirizzi di politica accademica, iniziati da poco più di un anno, avevano cominciato a dare i primi importanti risultati».

 

Il saluto e il ringraziamento alla professoressa de Pretis sono stati l’apertura anche dell’intervento del presidente dell’Università di Trento, Innocenzo Cipolletta: «Avere la capacità e la disponibilità di fornire personalità

eminenti alla nazione e al mondo è una caratteristica precipua di una buona

università, perché significa che la sua attività scientifica e didattica contribuisce in più maniere alla crescita del Paese».

 

Armanini ha poi illustrato i nodi principali affrontati dal governo dell’Ateneo in questi ultimi anni: dalla trasformazione profonda nella governance in seguito alla delega provinciale, al disegno del nuovo Statuto; dalla nascita di nuovi organismi (la Consulta dei Direttori di Dipartimento, la Consulta del
personale tecnico ed amministrativo, la Consulta dei ricercatori a tempo determinato, dei dottorandi e dei titolari di assegno di ricerca) per favorire un metodo di lavoro più collegiale e partecipato, fino al varo del primo Piano strategico 2014/16, il documento che delinea gli indirizzi strategici per ognuna delle quattro aree di intervento definite dallo Statuto: ricerca, formazione, politiche del personale, partecipazione allo sviluppo della società locale, nazionale ed europea. «Abbiamo individuato alcune aree di intervento, seguendo principalmente due criteri: la valorizzazione delle migliori competenze già esistenti e la volontà di farle comunicare fra loro in una prospettiva trasversale rispetto alle specificità delle singole aree disciplinari».

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