Via Brennero: l'arcipelago del degrado

Sull'asse di via Brennero si affacciano numerose aree degradate ed inquinate, ruderi e strutture fatiscenti. Che spesso divengono rifugio ed asili di senzatetto e «sbandati». Di cui, nelle ore diurne, rimane traccia grazie a borse oppure coperte abbandonate. Non solo. Tra le macerie a trionfare sono rifiuti di ogni genere, abbandonati da persone che preferiscono trovare una scappatoia (peraltro facile) piuttosto che fare appello al proprio senso civico.

 

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Degrado ed abbandono sono indubbiamente le due parole chiave di questo «viaggio». Che inizia dall'area ex Frizzera, ovvero di fronte al negozio Obi in via Brennero, all'altezza del numero civico 95. Il quale è ancora affisso sulle rovine color mattone dello stabile. È possibile procedere con un sopralluogo completo: il cancello è privo di catena, nulla impedisce il libero accesso. Alla prima esplorazione l'occhio cade a terra: l'asfalto è ricoperto di cumuli di rifiuti. Una vera e propria distesa: alcuni inseriti in sacchi bianchi, altri neri, qualcuno blu. Di certo non si parla di raccolta differenziata. Più che altro si pensa ad uno sparpagliamento incontrollato di immondizia, ad un abbandono «brado». Non solo. Molti i tubi lasciati a terra, così come i blocchi in cemento: il «cantiere» è un misto tra una struttura in fase di smantellamento ed una discarica. A terra si notano grossi sacchi contenti gomma piuma, i quali sono in grado di dare conforto ai senza tetto che - a quanto sembra - sono presenti nelle ore notturne.


È sufficiente spostarsi di pochi passi per raggiungere l'ex Euromix Motors. Ed in questo caso a terra non si notano solamente calcinacci e materiale da costruzione in piccole quantità come accadeva nello stabile precedente. All'interno dei locali è si nota un cumulo enorme di macerie, quasi fosse caduto un muro intero. Accanto a questo le piogge degli ultimi giorni hanno lasciato un segno eloquente: il pavimento (se così possiamo chiamarlo) è completamente coperto d'acqua. Del resto, una gettata di cemento non ha un elevato potere drenante. Uscendo, l'ultimo sguardo cade sul (vecchio) parcheggio: erbacce e piccole piante si sono fatte spazio da sotto il terreno, «bucando» l'asfalto.


Proseguendo lungo via Brennero si raggiunge il Tridente, poi il «polo» per gli acquisti formato da Mediaworld ed Iper Poli. Tra i due il «nulla» in corrispondenza dello spazio ex Opel, fino a qualche anno fa sede della concessionaria Franceschi che oggi si trova a Spini di Gardolo. Si tratta di un terreno interamente recintato da reti metalliche e in plastica. Visivamente, l'area si può scindere in due diverse parti: verso l'Iper Poli una «spianata» sterrata, quasi ci si aspettasse la costruzione di un edificio da un momento all'altro. D'altra parte, in direzione Tridente, dominano arbusti e sterpaglie. All'interno non mancano blocchi di cemento e travi, serbatoi arrugginiti e tubi in plastica. Almeno non si vedono acquitrini: ricordiamo che un paio d'anni la presenza di un «laghetto» portò una coppia di cigni a nidificare sulla sue «sponde».


Incuria e necessità di urgente bonifica si addicono anche al terreno prativo e boschivo che si estende dietro il negozio Chateau D'Ax, di fronte a Mediaworld. Anche in questo caso l'accesso è semplicissimo: per un tratto la recinzione si interrompe. L'area verde è percorsa da una «stradina» in asfalto. E i primi oggetti che si notano sparsi a terra sono (oltre agli immancabili rifiuti) alcune giacche accanto a frammenti in vetro. Al centro del terreno, avvolta dalla vegetazione, si trova una vecchia casa diroccata con tanto di torretta. I cui «arredi» sono composti da un paio di divani e da un armadio (o altro mobile) inclinato verso il terreno. Agli squarci nelle parete perimetrali, seguono frammenti di mattoni e macerie sparsi a terra.


Infine, via Solteri alla confluenza con via Daniele Comboni e via Brennero. All'ex deposito di carburanti e petroli Star Oil si incontrano delle «piscine», ben riempite anche grazie alla grande piovosità di questi giorni. Alcune travi in acciaio sono state montate orizzontalmente a «pelo» d'acqua. Che qualcuno voglia tentare un prosciugamento e poi costruire? Difficilmente. La realizzazione del nuovo studentato universitario della cooperativa «Il Faggio» era stata progettata proprio su questo terreno, ma ora sta sorgendo proprio qualche centinaio di metri accanto, sull'area ex Auto In. In questo caso è possibile parlare di un'«invasione» di impalcature alla luce dei lavori in corso per la costruzione del nuovo stabile e della ristrutturazione dell'edificio vicino che ospita esercizi commerciali.

 

Tornando all'ex Star Oil, lungo via Brennero si possono notare alcune vecchie strutture cadenti, murales e graffiti, transenne più o meno efficienti, sterpaglie ed un cancello. Questa volta, fortunatamente, chiuso con una spessa catena.

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