Università trentina, nuovi ostacoli alla norma

Il ministero dell'Economia sta mettendo i bastoni tra le ruote alle norme di attuazione, in particolare quella relativa alla delega sull'università, che avrebbe dovuto essere licenziata ieri dalla Commissione dei 12, avendo già assunto il parere favorevole del ministero dell'Università. Invece, ha subìto uno stop a causa di una serie di rilievi fatti dagli uffici del ministero di Giulio Tremonti LUISA MARIA PATRUNO

TRENTO - Il ministero dell'Economia sta mettendo i bastoni tra le ruote alle norme di attuazione, in particolare quella relativa alla delega sull'università, che avrebbe dovuto essere licenziata ieri dalla Commissione dei 12, avendo già assunto il parere favorevole del ministero dell'Università. Invece, ha subìto uno stop a causa di una serie di rilievi fatti dagli uffici del ministero di Giulio Tremonti. Il governatore Lorenzo Dellai proprio ieri era a Roma, al ministero delle Finanze, dove ha incontrato il sottosegretario Alberto Giorgetti per parlare della ancora più delicata questione del rinnovo della concessione dell'A22 alla società Autobrennero, che non è sostenuto dal ministero di Tremonti, che vuole il bando di gara.

Già su questa questione Dellai ha attaccato Roma parlando di «Italia dei furbi», ora si aggiungono gli ostacoli che il ministero di Tremonti sta mettendo alle norme che dovrebbero dare attuazione al patto di Milano firmato da Provincia e Stato sul federalismo fiscale, che prevede le deleghe su università, ammortizzatori sociali e autonomia fiscale. Anche se almeno sulla norma di attuazione relativa all'università Dellai resta nonostante tutto ottimista: «Non abbiamo discusso al ministero di questi argomenti, non erano oggetto dell'incontro, ma sulla norma sull'università mancano solo gli adempimenti finali». Il presidente della Commissione dei 12, Mario Malossini, non nasconde il suo disappunto per questo dilatarsi dei tempi causato dagli uffici romani. Lui pensava di chiudere il lavoro già ieri con il via libera della Commissione dei 12 e invece la questione rischia di slittare di una se non due settimane. Anche Malossini ieri era al ministero delle Finanze, insieme a Gianfranco Postal, che ha curato dal punto di vista tecnico il testo della norma di attuazione sull'università che ha già avuto un primo passaggio in Commissione.

«A volte cadono le braccia - dice sconfortato Malossini - per le obiezioni che vengono sollevate e le richieste di chiarimenti. Purtroppo ci troviamo a dover chiarire questioni che sono scontate per chi conosce un minimo le competenze delle autonomie speciali. Loro hanno paura di uno sconfinamento da parte della Provincia soprattutto sul fronte della spesa. Ma abbiamo chiarito tutti i punti aperti e ritengo che per martedì 17 maggio, visto che la settimana prossima mancano i parlamentari perché per le elezioni le Camere non si riuniscono, si possa convocare la Commissione». Nel merito le preoccupazioni che sono state espresse riguardano il contratto dei dipendenti dell'università per il timore che si volessero fare contrattazioni provinciali, così come hanno storto il naso di fronte alla sperimentazione della figura del professore di ricerca indicata nella norma. Altro punto controverso, la natura dell'autorità indipendente che dovrà valutare i requisiti chi andrà a fare parte del consiglio di amministrazione dell'ateneo.

Al ministero temevano che si volesse istituire una nuova Authority e a scanso di equivoci hanno chiesto di cambiarle il nome in «comitato indipendente». Malossini è tornato da Roma convinto che questi dubbi siano stati chiariti e raccogliendo anche un mezzo impegno per un incontro con il ministro leghista Roberto Calderoli, insieme al governatore Lorenzo Dellai per discutere della più delicata questione della norma finanziaria.

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