Non penalizzate i centri commerciali

Non penalizzate i centri commerciali

di Marcello Carli

Il momento è davvero drammatico, e tantissime attività commerciali stanno tentando, dopo mesi di commercio assai ridotto a causa dei provvedimenti restrittivi anti Covid-19 e pur con tutta la prudenza necessaria, di rimettersi in piedi puntando molto sugli acquisti fatti in vista delle festività natalizie.

Fra queste attività consideriamo anche quelle ospitate nei centri commerciali, che però scontano ancora, in base alle disposizioni del vigente Dpcm, incomprensibilmente l'obbligo di chiudere il fine settimana.

Ora, se il problema fosse davvero solo quello dell'assembramento - come credo - la questione avrebbe potuto essere risolta obbligando l'installazione di tecnologie contapersone all'ingresso degli edifici, e limitare in questo modo fortemente il numero delle presenze contestuali, sia nelle gallerie che negli spazi commerciali veri e propri. Non riesco infatti a capire perché sul treno o sull'aereo una persona possa salire fino alla concorrenza dei posti resi disponibili (con percentuali diverse a seconda dei mezzi, ed anche qui incomprensibilmente), mentre nei centri commerciali ove l'accesso fosse stato controllato e limitato, non si potrebbe regolarmente entrare il fine settimana.

Infatti, tutti questi ambienti hanno aria condizionata, e quindi se il contagio si diffondesse nei centri commerciali così limitati nel numero di persone presenti, si diffonderebbe anche sui treni e sugli aerei, che allora andrebbero solo chiusi.
Si badi bene, non si vuole mettere in discussione il principio della sicurezza profilattica anti contagio, ci mancherebbe!, ma solo riflettere sulla difesa anche del principio di concorrenza, decisivo in un'economia libera. Tanto più inoltre, che, ove le strutture logistiche dei centri commerciali prevedessero accessi separati dei negozi ospitati, questi potrebbero addirittura essere resi operativi separatamente dalle parti comuni, ovvero aprendo i singoli negozi con accessi separati e chiudere le gallerie. A questo riguardo è stata tempestiva la mozione presentata venerdì scorso in Consiglio provinciale da Claudio Cia, purtroppo ed incomprensibilmente respinta dalla Giunta provinciale.

Per cui accade che grandi o grandissimi negozi non alimentari situati al di fuori delle gallerie commerciali possono nel week end restare aperti, mentre analoghe strutture concorrenti ospitate nei centri commerciali il week end debbono rimanere chiusi. Questa è una chiara violazione normativa delle norme sulla concorrenza, pur essendovi tecniche organizzative che potrebbero garantire equivalenti condizioni di sicurezza sanitaria ai fini della prevenzione da Covid-19. E le conseguenze economiche di questa violazione le pagheranno solo i commercianti ed i loro collaboratori.
Ma questo non stupisce in un Paese che tende a fare fatica con la vera concorrenza liberale, ed in maniera carsica ogni tanto emerge con provvedimenti limitativi o condizionanti l'attività d'impresa intesa in senso compiutamente liberale.

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