Blog / Il viaggio

Due trentini nella Gold Coast: una pedalata tra colori e testimonianze antichissime

Roberto Bombardelli, nato in Australia e tornato bambino ad Aldeno, e Lionello Ravanelli, di Albiano, sono partiti per un viaggio che è anche un tributo ai tanti che cercarono fortuna in quella terra lontana. Ce lo raccontano con il blog "Effetto Boomerang"
PRIMA TAPPA L'arrivo e le prime pedalate
SECONDA TAPPA La città dell'eterna primavera
TERZA TAPPA Pedalando dall'altra parte del mondo
QUARTA TAPPA Un'isola spaziale
QUINTA TAPPA Un passo indietro nel tempo
SESTA TAPPA La barriera corallina

LA GALLERY/1 A spasso per Sidney
LA GALLERY/2 Brisbane, tuffo nel futuro

LA GALLERY/3 Tra spiagge e campeggi
LA GALLERY/4 Panorami incredibili
LA GALLERY/5 Magnetic Island
LA GALLERY/6 La barriera corallina
LA GALLERY/7 Un mondo di colori

di Roberto Bombardelli e Lionello Ravanelli

CAIRNS. Lasciamo Cairs già con un po’ di nostalgia. Il volo verso Uluru (Ayers Rock per gli inglesi) è come osservare una tabella colori, in una gamma dal verde chiaro al rosso, che ricorda quello pompeiano.

Il resort dove siamo ospitati, sarà per la stanchezza, sembra mimetizzato nell’ambiente naturale. Quando lo vediamo siamo a pochi metri.

Eh sì, tutti i colori sono quelli dell’ambiente circostante, piscine a parte. Ci siamo persi più volte tra un resort e l’altro. Il giorno successivo, sveglia all’alba: in bicicletta verso Uluru, l’iconico, o meglio, mistico luogo di riferimento per i nativi; buio totale. Si pedala piano per via del ginocchio di Bob e completamente scaricati dei 30 kg di bagaglio.

Pare che le biciclette procedano da sole anche sulle salitelle. Si paga una tassa governativa per entrare nella vasta zona del parco, poi alcun controllo. Cominciamo con le foto mano a mano che la luce repentinamente prevale sulla notte. Lo spettacolo non sembra verosimile, come quando ci si imbatte per la prima volta sotto il Campanil Bas. La roccia è scavata da solchi erosivi impressionisti. Arte pura nelle grotte naturali. Anticamente una di esse veniva utilizza come scuola.

È incredibile la cultura aborigena che, a causa del distacco dell’Australia dal continente milioni di anni fa, è anch’essa, come la Terra, la più antica testimonianza di cultura tramandata oralmente. Lo scrittore Bruce Chatwin nella sua “Via dei Canti” ha raccontato anche la tradizione canora di quelle genti. Gli antropologi rimasero “affascinanti” dall’uso dei canti; gli allievi li imparavano dopo molti anni e corrispondevano a delle mappe. Per questo l’aborigeno che intraprendeva un viaggio di migliaia di km riconosceva la via di casa nel suo “Walkabout”.

Magari tornava con una compagna dello stesso clan, scongiurando, attraverso il viaggio, attraverso il mito, il rischio di consanguineità. Questo diverse migliaia di anni fa. Dove nel diciottesimo e diciannovesimo secolo sussistevano poche famiglie di coloni, vivevano molte tribù di nativi sani e i loro figli non soffrivano di fame e stavano bene. La terra era piena di luoghi mitici e animali riconducibili al loro “Dreamtime”. La terra non aveva padroni. Quando una donna avvertiva il primo movimento fetale, stabiliva così il clan del nascituro, a seconda della via che stava percorrendo.

Alla scoperta di Uluru: un viaggio nei colori

Questo popolo era geloso del proprio modo di vivere. Non era certo un paradiso, ma proviamo ad immaginare cosa avranno provato gli aborigeni quando un costruttore di strade dell’Ottocento, avvertiva la loro ostilità nei confronti di linee rette, intersecanti le mitiche vie aborigene del Dreamtime. Invisibili ad un occidentale. Il secondo giorno a Uluru altra levataccia per Lio (Bob non chiede troppo al suo ginocchio e lo spalma di antinfiammatorio ). Metà: “Kata Thiuta”, per gli inglesi “Ayers Rock”.

Quando torna è estasiato, ma anche provato da 131 km sotto un sole implacabile e vento a sfavore. Umidità quasi assente e gola secca. Trova acqua grazie una signora nativa che gliela offre direttamente dalla sua bottiglia. Le attività nei parchi sono spesso date in concessione alle tribù aborigene, compresi i centri culturali, le guide e un merchandising per turisti (che non convince molto). Oggi è giovedì e cominciamo a preparare e imballare le nostre attrezzature. Domani si vola verso Sydney, dove Bob e Lio prenderanno strade diverse.

Bob si avvicinerà a Wollongong (casa sua per molti anni) e si fermerà un po’ nella città. Lio andrà a Melbourne ad in incontrare amici compaesani e non.

Ci saluteremo da dove siamo partiti per un tour di 8400 km, 1600 dei quali percorsi in bicicletta e per gran parte su terreno sterrato Non abbiamo mai bucato.

PS: se qualcuno desiderasse altri particolari, ci scriva pure: liorava62@gmai.com; roberto.bombardelli@yahoo. Saremo felici di rispondere.

Grazie a tutti coloro ai quali ha fatto piacere sostenerci con la lettura del blog.

Ci ha aiutati controvento.

Lio e Bob

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