Città / Esposizione

Le belle «Vicinanze» della gente di Piedicastello in mostra alle Gallerie

Una mostra, tante mostre: ultimo atto di un progetto articolato, ha visto i residenti dello storico quartiere di Trento protagonisti

di Patrizia Niccolini

TRENTO. La curiosità verso la storia del territorio, la cura delle persone e degli spazi, l'incontro tra vicini di casa. Sono il collante che tiene unite le persone di cui è composta una comunità, anche e soprattutto nei momenti più duri. Il rione di Piedicastello ne è testimone e quanto vissuto è ben raccontato da "Promemoria. Quando la memoria diventa incontro" e dalla mostra fotografica "Vicinanze", a cura di Maria Chiara Betta e Nicola Bevilacqua, momento conclusivo e al tempo stesso propositivo dell'iniziativa culturale partita nel 2019.

L'esposizione, non a caso a forma circolare e visitabile fino al 14 novembre (10-18, tranne il lunedì), è stata inaugurata domenica 7 novembre alle Gallerie di Piedicastello nell'ambito della 10a edizione della festa di "San Martino a Piedicastello", che, nel giorno tradizionalmente dedicato alla festa per i raccolti nei campi, ha animato il rione per tutto il giorno con giochi per bambini, il mercatino delle pulci, la mostra missionaria nel salone S.Benedetto, la castagnata del gruppo alpini di Piedicastello Vela e i laboratori e il mercatino delle Donne in Campo Trentino.

"Pur rallentata dalla pandemia, l'iniziativa ha avuto ottimo esito - ha esordito Paolo Franceschini, presidente del Comitato feste Sant'Apollinare -, inserendosi positivamente nella serie di eventi abitualmente proposti a Piedicastello durante l'anno e creando e rafforzando legami tra vecchi e nuovi abitanti". Il progetto "Promemoria" è stato infatti finanziato dalla Fondazione Caritro e promosso da Centro Astalli Trento, Fondazione Museo Storico del Trentino, Comitato Feste Sant'Apollinare, Associazione Koiné e Atas onlus con l'obiettivo di creare occasioni di conoscenza reciproca tra gli abitanti del quartiere, valorizzando l'attività di custodia del Mausoleo sul Doss Trento, garantita a rotazione da un gruppo di giovani rifugiati in collaborazione con il Centro Astalli, e la memoria del territorio e dei suoi cittadini attraverso gli incontri proposti dagli storici Tommaso Baldo e William Belli.

Suddivisa in tre sezioni, la mostra propone scatti che ritraggono momenti comunitari di curiosità, come le visite guidate al Giardino segreto soprastante le Gallerie con operatori del Museo storico, di incontro, sia online che in presenza, con eventi estivi molto partecipati nella piazza e vicino alla chiesa come i "Libricini parlanti", storie e racconti per i più piccoli, "E lucean le stelle", incontro tra storia e musica, "i giovedì in piazza" e infine di cura, nelle sue molteplici dimensioni. Cura di piante, orti e di balconi con la tradizionale manifestazione "Piedicastello in fior" che vede i cittadini in gara per rendere il proprio balcone il più bello del rione.

Curare una pianta per curare se stessi e curarsi l'un l'altro, si legge su bigliettini appesi ai pannelli espositivi. Ragazzi ripresi mentre innaffiano fiori e coltivano la terra, prendendosi cura di "semi" da cui sono nati legami preziosi tra gli abitanti del quartiere. "Da destinatari del progetto, sono diventati autori - ha detto Camilla Pontalti, membro del Consiglio direttivo del Centro Astalli - e anche se il Covid ha allungato i tempi del progetto, abbiamo avuto maggiori occasioni di scambio e incontro, riducendo distanze apparenti e sperimentando che la comunità è qualcosa di più della somma dei singoli abitanti". Un tessuto sociale che ha retto nonostante la pandemia, ha evidenziato Tommaso Baldo della Fondazione Museo storico, dando vita ad un percorso arricchente per tutte le persone e le associazioni coinvolte.

La fotografa Maria Chiara Betta sarà presente martedì 9 e venerdì 12 per accogliere quanti desiderano partecipare alla "performance artistica e interattiva" che costituisce l'ultima parte della mostra, intitolata "Finestra sull'altro": è possibile portare a casa una tra le istantanee esposte, scattate nel quartiere, diventando custode di una persona che non si conosce, e inserire un bigliettino con un augurio in un vaso dal quale si può pescare, innescando così un "prendere-lasciare" che alimenta e tiene vive le "vicinanze". Non solo vicini di casa, ma pronti a prendersi cura delle relazioni, trasformando il luogo in cui si abita in vera comunità indipendentemente dalla città o Paese di provenienza, e contribuendo così a renderla bella, accogliente e viva.

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