La Gran Bretagna nell'ora più buia

La Gran Bretagna nell'ora più buia

di Guido Bonsaver

Le vicende del ricovero ospedaliero del Primo Ministro britannico, Boris Johnson - ora in via di guarigione - hanno fatto dimenticare il discutibile esordio del 12 marzo, quando diede la prima delle sue conferenze stampa sul Coronavirus.

Iniziò con una frase lugubre, quasi apocalittica: «Molte famiglie perderanno i loro anziani prima del tempo». Dopo di che, sorprendendo gran parte del mondo scientifico, annunciò che la Gran Bretagna avrebbe scelto una via diversa rispetto agli altri paesi europei. Nessuna chiusura immediata delle attività non essenziali; nessuna misura restrittiva sulla possibilità di movimento e di riunione dei cittadini. Nessun contenimento, quindi, ma semplicemente lasciare che l’onda dei casi aumenti e che il numero di contagiati si diffonda, facendo sì che buona parte della popolazione diventi immune al virus. Johnson sfiorò infine il ridicolo dando un unico consiglio agli anziani: non andate in crociera. Due giorni dopo, 229 scienziati britannici firmarono una lettera al governo in cui denunciavano quest’approccio. Altri due giorni dopo arrivò la sterzata a 180 gradi: si chiusero le scuole (non del tutto, però, non per i figli di genitori impiegati in settori essenziali come la sanità) e iniziarono i provvedimenti restrittivi.

Oggi, ancora non sappiamo con certezza se quest’esordio imbarazzante sia stato frutto delle scelte maldestre dei due consulenti scientifici del governo, o del tentativo di mantenere l’economia in regime il più a lungo possibile, preoccupandosi dell’impatto su borsa e Pil. Forse fu una perversa commistione delle due cose. Fatto sta che, a un mese di distanza, la Gran Bretagna sta vivendo statistiche simili all’Italia dei giorni più bui, e per certi versi il paese è ancora sotto l’ombra di quel primo approccio del 12 marzo. Ma i dati innanzitutto: il picco di morti giornaliere l’Italia lo ha toccato il 27 marzo: 919. La Gran Bretagna lo ha superato l’8 aprile toccando quota 938, con un picco di 980 il 10 aprile. Dopo di che la discesa appare molto lenta e più di una settimana dopo siamo ancora a quota 888.

Nonostante le dimensioni paurose di questi dati, in questi giorni la Bbc ha preferito minimizzare preferendo concentrarsi su notizie incoraggianti come il ritorno alla salute di Boris Johnson, i brevi interventi televisivi della regina o il veterano di guerra che a 99 anni ha raccolto milioni di sterline a favore della Sanità. Il mass media di stato sembra essersi cioè adattato all’approccio di un governo che cerca, ancora adesso, di rassicurare più che mettere l’accento sulla gravità dei fatti. Così pure nei provvedimenti: ancora oggi la Gran Bretagna è ben distante da lockdown adottato in Italia, Francia, Spagna e altri paesi. In questi giorni di sole i parchi si riempiono di persone che passeggiano felici, per quanto a distanza. E se si va al supermercato con guanti e mascherina ancora si è in stragrande minoranza. Basta infine ascoltare il tam tam dei social media usati dai giovani (grazie a mia figlia, nel mio caso) per capire che c’è ancora chi s’incontra per festicciole in casa. Insomma, l’atteggiamento laissez faire dei primi giorni sembra per certi versi aver dato il ”la” all’approccio britannico al Covid-19.

C’è chi dirà che gli inglesi sono comunque famosi per il loro sangue freddo e per il loro self-control. E forse ha un suo ruolo anche la voglia di questi anni - Brexit docet - di fare le cose diversamente dal resto d’Europa. Ma egualmente è difficile non pensare che un maggior rigore avrebbe diminuito l’intensità dell’ondata d’infezioni. Ora speriamo che anche la Gran Bretagna si allontani presto dal picco e che si possa iniziare a parlare del futuro. Il numero totale dei morti rispetto all’Italia è di molto inferiore per cui l’effetto totale della crisi sarà forse più limitato. Auguriamocelo. Se non sarà così potrebbe delinearsi una situazione ironicamente tragica: un paese indebolito che pochi mesi prima si è staccato dall’Unione Europea e ora non potrà beneficiare del suo aiuto.

comments powered by Disqus