La strategia del Patt per risalire la china

La strategia del Patt per risalire la china

di Lucio Gardin

Dopo il recente tracollo elettorale, con un Patt che ha perso 12 punti percentuali in quattro anni, Ugo Rossi si è posto la questione che con un po’ di impegno si poteva fare meglio. Fonti vicine a Piazza Dante riferiscono di un presidente amareggiato: «È molto giù, come quando scoprì che don Diego della Vega e Zorro sono la stessa persona». Rimane comunque un politico capace, che ha saputo gestire in maniera a dir poco brillante il non facile passaggio dall’ora solare all’ora legale senza che la nostra autonomia ne risentisse.

A dire il vero in un primo momento aveva spostato le lancette degli orologi da forno, ma si è subito corretto. I vertici del Patt, Franco Panizza e Ugo Rossi da vent’anni, hanno iniziato una serie di incontri per ingegnarsi su come recuperare l’elettorato. Le riunioni si sono svolte in gran segreto in un bar di Calavino dove, per depistare i giornalisti, Ugo ha ordinato uno Spritz e Franco un Hugo. «Il Trentino chiede cambiamenti visibili, novità percepibili» ha detto loro un esperto d’immagine a cui si sono rivolti per risalire la china. L’esperto, di cui non possiamo rivelare l’identità ma che ha lavorato con nomi grossi (Bernardo Provenzano, Ricucci e recentemente con la Zappini), ha suggerito di chiedere aiuto a Kompatscher.

L’Alto Adige, che ha eguali risorse ma viaggia con un Pil di dieci punti superiore al Trentino, si è detto disposto a perdere da qui a ottobre quei 4 o 5 punti di Pil che ridurrebbero il divario facendo sembrare che siamo in rimonta. Un altro elemento importante è allargare la base dell’elettorato. «Siamo boicottati dagli animalisti e ultimamente anche dalle comunità omosessuali, servono anche i loro voti!», ha dichiarato nel loro primo storico incontro avvenuto a Malga Brigolina il nuovo curatore d’immagine, dopo che quello precedente è scappato coi soldi alle Cayman approfittando della 104.

Il primo passo sarà negare di aver negato il patrocinio alla sfilata gay. L’idea è vincolare la partecipazione al Gay Pride solo a chi indosserà giubbotti di pelle di pecora; a quel punto si mette davanti al corteo l’antropologico Alberto Pattini e l’elettorato più conservatore penserà che si tratti di una transumanza. E lì, quando sono tutti sparsi per le vie di Trento, si fanno scendere un paio di orsi per vedere di nascosto l’effetto che fa. Ottimo il primo riscontro. Appena l’hanno saputo, sinistra estrema e animalisti, che in un primo momento avevano chiesto le dimissioni di Rossi, si sono dimostrati più comprensivi: «Non serve più che si dimetta, possiamo aspettare ottobre».

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