L’utilità degli esami oncologici

di l'Adige Salute

Uno stile di vita sano, una mente serena, una vita ricca di relazioni sono una buona garanzia per vivere felici e a lungo. Ma chi ha incontrato il tumore nel proprio cammino, o in quello dei propri cari, è consapevole di quanto il benessere e la felicità ne vengano compromessi.

Nei servizi sanitari si identificano momenti e strumenti distinti per contrastare le malattie croniche, di cui i tumori sono un simbolo. La prevenzione primaria cerca di evitare l’insorgenza del tumore, per esempio attraverso la promozione di sani stili di vita o intervenendo sull’ambiente, agendo cioè prima che la malattia si sviluppi.
Le campagne di screening, invece, rientrano nella cosiddetta prevenzione secondaria e hanno l’obiettivo di individuare il tumore quando è più facilmente curabile senza compromettere pesantemente la qualità di vita. Gli screening sono esami condotti a tappeto su una fascia più o meno ampia della popolazione allo scopo di individuare una malattia prima che si manifesti. Infatti, individuare un tumore nelle fasi iniziali del suo sviluppo significa poter affrontare la malattia con trattamenti chirurgici o farmacologici che garantiscono maggiore efficacia e minori e etti collaterali. Nelle sue fasi iniziali il tumore è appunto silenzioso, molto spesso non dà sintomi.

Ogni tipo di tumore insorge con maggiore probabilità in determinate fasce di età e meno in altre. Ecco perché lo screening invita attivamente gruppi di persone sane, ma a maggior rischio di avere un tumore senza ancora saperlo. La maggior parte degli esami condotti nell’ambito di uno screening oncologico dà esito negativo, proprio perché la maggior parte delle persone esaminate sono sane. Un esame di prevenzione è diverso da un accertamento prescritto dal medico, che serve a comprendere la natura di un disturbo. Rivolgersi al proprio medico o ad uno specialista per ottenere un esame di controllo non equivale ad aderire alle campagne di controllo. Infatti lo screening organizzato non è semplicemente un test, è piuttosto un percorso che prevede la ripetizione della stessa indagine ad intervalli regolari e piani ca una serie di tappe in risposta al risultato di queste indagini. La persona che aderisce all’esame, perché in fascia d’età de nita “a rischio”, viene accompagnata in tutto il suo percorso, anche di fronte a una diagnosi di tumore e anche dopo il trattamento che si rende necessario. Nel coordinare uno screening bisogna garantire la capacità di individuare un tumore in fase iniziale, limitando il più possibile il rischio che può derivare dall’attività diagnostica o da trattamenti non necessari.
In Italia, e chiaramente in Trentino, il servizio è garantito dal sistema sanitario per i tumori della mammella e della cervice uterina nella donna e per il tumore del colon-retto in entrambi i sessi.

La Giunta provinciale di Trento ha autorizzato da diversi anni lo svolgimento sul territorio provinciale di speci che attività di prevenzione collettiva.
Su precisa indicazione della Giunta provinciale, l’Azienda Provinciale per I Servizi Sanitari ha quindi promosso e messo in atto le numerose iniziative di prevenzione, cioè gli screening provinciali su tutto il territorio.

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