Il Trentino è «speciale» anche nelle assicurazioni

Il Trentino è «speciale» anche nelle assicurazioni

di Lucio Gardin

La Polizia di Stato ha dichiarato che negli ultimi dodici mesi in Trentino ci sono stati circa 15.059 reati compresi fra truffe, estorsioni e reati di calunnia.

E questo solo nei Cda di Itas Assicurazioni. Pare che la copertura assicurativa che va per la maggiore in Itas sia il pacchetto: incendio, furto e indagini della magistratura. Vi dirò, tenendo conto della sfilza di parenti che Grassi ha fatto assumere (fratelli, nuore, ex cognati, nipoti, cugini sindacalisti, mogli e buoi dei paesi tuoi, conigli, mimi, ventriloqui, spogliarelliste eccetera) ero tentato di approfittare della somiglianza con lui per spacciarmi per un suo lontano gemello disperso in sala parto.

Mi sarei accontentato di un contratto come quello fatto alla moglie, di 6.200 euro al mese senza obbligo di frequenza, ma tra i tanti difetti che ho, mi manca l’avidità.

La cosa buffa di questa vicenda è che a Napoli l’assicurazione costa il doppio che a Trento, a causa delle truffe che gli assicurati perpetrano nei confronti delle assicurazioni. A Trento invece, grazie a Grassi siamo riusciti a invertire la tendenza. Anche in questo siamo Speciali. Ciò che pochi sanno, è che le indagini non sono nate, come si crede, a seguito della denuncia di «gola profonda» - che miro a conoscere personalmente non tanto per la vicenda in sé ma per quel nome - , ma sono iniziate per colpa del Cda stesso nel momento in cui ha accettato all’unanimità le dimissioni del direttore generale Ermanno Grassi.

È stato questo il fatto che ha insospettito gli inquirenti. Perché in Trentino era dai tempi del bisnonno di Degasperi che non venivano accettate le dimissioni di un direttore. E così sono iniziate le indagini. Sembra il titolo di un film «Un assicuratore, assicurato alla giustizia», o una nemesi scegliete voi. A tutt’oggi, Grassi è indagato per truffa, estorsione e calunnia. Con un curriculum simile non si capisce cosa aspettava a candidarsi nel Pd.

Certo, è ancora lontano dalla lista di reati messa insieme dalla premiata ditta Detassis-Ossnoser alla direzione del Centro S.Chiara (truffa, ricettazione, appropriazione indebita, peculato, indebito utilizzo di carte di credito, abuso d’ufficio e uso improprio delle arti magiche - per i soldi che facevano sparire - ). Grassi a confronto è un simpatico mariuolo.

Ma la domanda del secolo è: chi controllava e poi votava il bilancio del Cda? La risposta del secolo, a scelta tra le seguenti opzioni: a) Il fantasma formaggino b) Uno, nessuno, centomila c) La spogliarellista che in quel momento era in turno di riposo. Ad ogni modo, dopo che sono partite le indagini, il Cda ha confermato la più totale fiducia nella legge.

Qualunque cosa essa sia.

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