L'Europa: no alla Poste a giorni alterni

L'Europa: no alla Poste a giorni alterni

di Herbert Dorfmann

Il diritto all'informazione della popolazione trentina è in pericolo. La minaccia viene da un provvedimento inserito nella legge di stabilità del 2015, che autorizza Poste Italiane a recapitare la posta a «giorni alterni», al fine di limitare i costi.

A causa di questo provvedimento, chi riceve il giornale per posta rischia di essere obbligato a leggere le notizie con un giorno di ritardo. Ad essere coinvolto è potezialmente un quarto della popolazione italiana. Il provvedimento stabilisce, infatti, che nel 2017, quando si giungerà alla fase conclusiva di attuazione del piano, fino al 25% della popolazione nazionale potrebbe ricevere la posta a «giorni alterni». Le conseguenze per il Trentino rischiano di essere devastanti. Il taglio delle consegne interesserà, infatti, tutto il territorio trentino, escluse le città. Questo perché il criterio con cui verrà ridotta la consegna della posta è quello della densità della popolazione.

Un criterio che non tiene conto di come da noi, più che nel resto d'Italia, siano in molti a essere abbonati a un quotidiano e a riceverlo per posta. Fortunatamente, l'entrata in vigore del provvedimento può essere ancora essere scongiurata. Questo perché il provvedimento del governo italiano è in aperto contrasto con le leggi europee e, in particolare, con la direttiva 2008/6/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 febbraio 2008, che stabilisce che la distribuzione della posta a domicilio venga garantita almeno cinque giorni lavorativi a settimana.

La Commissione europea ha già manifestato profonde perplessità di fronte all'iniziativa del governo italiano. Le deroghe al principio della «direttiva europea sul mercato dei servizi postali» che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha concesso a Poste italiane sono, infatti, di un'ampiezza senza precedenti. Basti pensare che l'eccezione massima finora consentita è stata per la Grecia e riguarda meno del 7% della popolazione, sparpagliata in migliaia di piccole isole. Per quanto riguarda, poi, le deroghe concesse agli altri Stati membri, queste non interessano più dell'1% della popolazione.

La necessità di razionalizzare le spese che sta dietro il taglio della consegna della posta, seppur legittima, non deve in alcun modo mettere in discussione il diritto all'informazione della nostra popolazione. Per questo, ritengo imperativa una revisione del provvedimento, al fine di preservare la regolarità del servizio postale in quei territori dove il numero di coloro che ricevono un quotidiano o un settimanale per posta è consistente.
A tal proposito, sono intervenuto presso le autorità responsabili a Bruxelles, in coordinamento con i miei colleghi deputati nel Parlamento italiano, per fare in modo che nella nostra Regione l'universalità del servizio postale continui a essere garantita. Nelle prossime settimane, sapremo se e in quali termini i nostri sforzi porteranno a un compromesso. In gioco è la qualità della vita della nostra popolazione. Nessuna esigenza di razionalizzazione dei costi giustifica una riduzione del diritto all'informazione di coloro che vivono nelle aree rurali. Se vogliamo preservare l'attrattività dei nostri territori, non possiamo permetterci di perdere questa battaglia.

Herbert Dorfmann
È europarlamentare eletto nel collegio del Trentino Alto Adige
 
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