Con i social sappiamo tutto, anche troppo

Con i social sappiamo tutto, anche troppo

di Lucio Gardin

Prima dell'avvento di Internet e social network vari, non è che le cose andassero meglio, è che non si sapeva niente di quello che accadeva in giro per il mondo. Fino a dieci anni fa anche il crollo di una casa passava in secondo piano. Salvo poi scoprire che al secondo piano di quella casa ci abitavi tu. Negli ultimi cento anni siamo passati dal telegrafo al mini i-Pad, e ora siamo al punto in cui l'informazione ci raggiunge anche se non lo vogliamo. Oggi ci basta guardare il telefonino anche in quei pochi istanti che siamo fermi al semaforo, per scoprire cose nuove. Ad esempio, io ieri guardando il telefonino ho scoperto che era spento. Allora l'ho acceso, e ho scoperto che mi avevano tamponato, perché nel frattempo era diventato verde.

I telefonini sono una continua scoperta. Solo un centinaio di anni fa, senza telefonini, messaggi o e-mail, i fidanzati per fissare un appuntamento dovevano scriversi con inchiostro e penna d'oca. Che mi viene la penna d'oca solo a pensarci. Solo per scrivere la missiva ci impiegavano un paio di ore, poi altre due ore di mulo per raggiungere la Posta più vicina e imbucare la lettera, e poi attendevano che la missiva arrivasse all'amata. E magari le avevano scritto un invito a cena per la stessa sera. Dev'essere stata una vita d'inferno. Immaginate uno che il mattino si prende mezza giornata di ferie per scrivere una lettera alla fidanzata con scritto: «Che ne dici di vederci domani?».

La fidanzata riceve la lettera due giorni dopo e gli risponde «Oh amore, stasera non posso, peccato perché proprio ieri ero libera. Che ne dici se ci vediamo domani sera?» e spedisce la lettera. Solo che arriva due giorni dopo, e quando il fidanzato la legge risponde con un'altra lettera «Oh amore, domani sera non posso. Peccato perché proprio ieri ero libero. Che ne dici se ci vediamo domani?» e via così in un moto epistolare perpetuo. Con i due poveri spasimanti che non riuscivano mai a incontrarsi. Ecco perché in quegli anni le ragazze arrivavano vergini al matrimonio: era già tanto arrivare in chiesa lo stesso giorno del fidanzato.

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