Per Dellai è l'addio all'Upt. Ma anche Mellarini non ride

di Paolo Micheletto

Lorenzo Dellai ha quindi ritirato la candidatura alla guida dell’Unione per il Trentino, con Tiziano Mellarini che diventa segretario senza votazione. L’assessore al Turismo però non aveva certo il sorriso dei giorni migliori, tra i corridoi di vetro del Centro congressi dell’Interbrennero, dove ieri mattina in un paio di ore è andato in scena l’addio definitivo di Dellai a una delle sue «creature» politiche, l’Upt appunto.

Ora la situazione è chiara: l’Upt è di Mellarini, e quindi anche dell’assessore Gilmozzi, dei consiglieri provinciali, dell’ex segretaria Conzatti. Dellai, il senatore Fravezzi, Mauro Betta e gli altri seguiranno invece altre strade.

Cosa accadrà ora? Un paradosso: Mellarini ha molto da perdere e Dellai ha tutto da costruire. Però sarà più dura per Dellai. Sì, perché il nuovo segretario si trova comunque a guidare un partito che non avrà il gruppo che fa riferimento a Dellai, piccolo o grande che sia. I prossimi appuntamenti elettorali verranno quindi misurati sui confronti rispetto alle elezioni precedenti: bravo Mellarini e i suoi se l’Upt andrà bene, mentre pioveranno le critiche se si fermerà su dati insufficienti. Insomma, se il «centro» del centrosinistra (come Mellarini ha definito il suo Upt) si rinforzerà, il partito avrà ancora vita. E il segretario ha già pronta l’idea per rinforzare l’Upt: un dialogo più forte - se non la cessione del simbolo - alle esperienze civiche sul territorio.

Per quanto riguarda Dellai, anche dopo aver mancato di convincere l’Upt, il suo lavoro va avanti, come ha spiegato lo stesso ex governatore con il suo «Lo faremo comunque» riferito al progetto che aveva in mente per l’Upt. E cioè un soggetto politico e culturale nel centrosinistra e confederato al Pd («perché il centrosinistra non è solo il Pd»). È la stessa idea del Cantiere civico democratico. Finora però è andata male, c’è tempo fino al 2018 per vedere se l’idea può prendere sostanza.

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