La fine di Schengen è anche la fine dell'Euro

di Paolo Micheletto

Se finisce Schengen finisce l’Euro. Parole del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Che ha aggiunto: «Nessuno parla del legame tra Schengen e la libera circolazione dei capitali: la fine di Schengen rischierà di mettere fine all’Unione economica e monetaria e il problema della disoccupazione diventerà ancora più importante, bisogna guardare alle cose nel loro insieme». E poi: «I controlli alle frontiere hanno un prezzo, per esempio quelli tra Svezia e Danimarca costano 300 milioni di perdite di introiti, e quelli tra Germania e Danimarca 90 milioni.

Se finisce Schengen finisce l’Euro. Ma finisce anche l’Europa, quella delle generazioni che hanno vissuto l’orrore delle guerre e che hanno visto coronare il loro sogno di uno spazio costruito (a fatica e lentamente) sulla condivisione e sull’unità. La stessa Europa senza frontiere e senza confini, quella delle generazioni dei giovani di oggi, che si sentono italiani, francesi, spagnoli, inglesi allo stesso momento. Insomma europei davvero.

Ma oggi va così. La Francia ha sospeso Schengen - l’accordo per la libera circolazione firmato nel 1985 e che in un primo momento riguardava solo Benelux, Francia e Germania - per un mese, nel novembre scorso. Poi è stata la volta della Svezia e della Danimarca, ai quali ha fatto seguito l’Austria. Poi anche Slovenia e Croazia. Per non parlare della Germania. Ma la «valanga» è appena partita e quasi sicuramente altri paesi rimetteranno i confini. La forza d’urto dei profughi è diventata insostenibile per troppi paese, e la risposta più facile è quella di ripristinare la barriere.
No, questa non è più Europa.

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