Il coraggio di non cambiare vita dopo gli attentati

Il coraggio di non cambiare dopo gli attentati

di Paolo Micheletto

Il terrore ha già vinto? Forse sì, purtroppo. Su tutti, e in ogni parte del mondo. Perché se accade di sentirsi condizionati nella vita di tutti i giorni, siamo stati battuti. Concerti rinviati, partite di calcio annullate, viaggi che all’improvviso diventano pericolosi, una cena al ristorante come segno di «resistenza»: ogni giorno ognuno di noi deve - o dovrà - rinunciare a qualcosa di importante.
Dopo i terribili attentati di Parigi, c’è stato chi ha lanciato l’hashtag #Jesuisenterrasse (letteralmente: «tutti in terrazzo»), su Twitter e Instagram: un invito ai parigini a non modificare le proprie abitudini, a continuare a vivere la città senza paura. Nei giorni scorsi era stata la volta dell’hashtag #Tousaubistrot (tutti al bistrot): un'altra iniziativa all’insegna dell’ottimismo e del coraggio, perché non deve essere facile rimettersi in strada a Parigi, in questi giorni. Per la prima volta nella sua storia Disneyland Paris ha tenuto chiuso i battenti, mentre ancora in queste ore si sta discutendo se sia giusto o meno riprendere con il campionato di calcio in Francia: molti sostengono che i rischi vanno ridotti al minimo, e che i poliziotti non devono essere impiegati a militarizzare gli stadi, ma a difendere tutti i cittadini.

In Italia, diversi genitori hanno messo il veto su una possibile gita dei loro figli a Roma, preoccupati anche del fatto che la scelta su altre località comporterebbe lo stesso diversi rischi. Succede poi che una vacanza organizzata da tempo diventa motivo di preoccupazione. Anche chi non è stato coinvolto direttamente dal terrorismo, insomma, in questi mesi ha dovuto cambiare le proprie abitudini di vita, scegliendo una meta piuttosto che un’altra. Oppure rinunciando al proprio stile di vita. E ogni volta che ci si trova in un luogo affollato non si può pensare al peggio: il terrore, insomma, ha vinto.

Bravi e coraggiosi coloro che dicono: tutti al bistrot. O tutti allo stadio. O tutti a teatro. Non sarà facile riprenderci le nostre vite. O addirittura non le avremo mai con le libertà che abbiamo avuto. Voi a cosa avete rinunciato? Vi sentite battuti dal terrorismo o ancora liberi?

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