Vaccini, tra rischi e prevenzione

Vaccini, tra rischi e prevenzione

Dino Pedrotti

Sempre più scoppiettante la polemica sui vaccini. Sull’Adige del 21 ottobre ha preso posizione anche il saggio giornalista Franco De Battaglia. Prima c’era la lettera di una mamma che non vaccinerà «mai» i propri figli perché le è stato «assolutamente sconsigliato dopo approfonditi esami». Secondo lei i danneggiati da vaccini sono «moltissimi» (e tra questi purtroppo anche un suo fratello)…

Il 18 ottobre scorso avevo scritto una lettera molto dettagliata: ma so già che è inutile insistere, anche se si documenta con chiari numeri che è falso parlare di «moltissimi» danni da vaccini. È vero invece che, dove non si vaccina sono moltissimi i danni dalle malattie che è possibile prevenire. La signora pretende che si facciano analisi sull’immunità di ogni neonato: non si fa in nessuna parte del mondo, perché si dovrebbe fare un enorme ventaglio di esami senza sicurezze definitive. Anche prima di dare un antibiotico non si fanno analisi (eppure anche lì ci possono essere rischi molto gravi).

Nella lettera avevo chiarito il concetto di diritto e responsabilità. Di fronte al diritto di ogni bambino alla massima salute, lo stato ha la responsabilità di imporre misure preventive efficienti, anche se queste presentano qualche rischio. Qualche anno fa in un grave incidente sulla Valsugana un automobilista senza cintura è stato sbalzato fuori e si è salvato; un altro con cintura è morto nella macchina incendiata. Si sa che lo stato impone le cinture, perché questa è una misura di prevenzione efficace, ma si sa anche che qualcuno avrà dei danni gravissimi per aver rispettato la legge. Le valutazioni internazionali sono tutte a favore delle cinture e dei vaccini…

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