Quei fuseaux aderenti dei ciclisti depilati

di Lucio Gardin

Col bel tempo escono come le lumache, li trovi ovunque, scendono dai boschi, invadono la ciclabile, zigzagano sui marciapiedi, probabilmente qualcuno ha pure le corna, ma al contrario delle lumache non sono innocui. I ciclisti si dividono in due categorie: il menefreghista che usa la bici per spostarsi in città e crede di essere in un velodromo anche se è in piazza Pasi tra i passeggini, e il supertecnologico che se non fa almeno 200 km, la bici non la stacca neanche dal muro. Questi ultimi sono quelli che spendono cinquemila euro per un rapporto (che spenderebbe meno se mantenesse una escort che di rapporti gliene da molti di più), e sfrecciano sulla ciclabile cittadina come se l'avessero presa in affitto. Va detto che a Trento non ci si annoia sulla ciclabile, perché ci sono punti in cui sbuchi da una curva e ti trovi davanti un tronco di 3 metri. La ciclabile di Trento è patrimonio della Disumanità, l'unica al mondo che è meno pericolosa se la prendi contromano. 

I ciclisti sono una categoria strana. Ci sono antropologi che hanno iniziato a drogarsi dopo anni di inutili studi per tentare di capirli, e altri che hanno iniziato a drogarsi perché li hanno capiti. La domanda è: cosa spinge un uomo di quarant'anni ogni domenica mattina a indossare una tuta aderente ricoperta da scritte colorate e dei fuseaux corti col push up per ingrandire il pacco? Ma dove devi andare, al Gay Pride? Probabilmente ci dev'essere qualche normativa europea che lo richiede, altrimenti non si giustifica che uno si vesta in quel modo. Sulle magliette hanno più sponsor di una monoposto, il che è utile perché se uno cade e si rompe da qualche parte può usare i vari marchi per identificare il dolore. «Dove le fa male?». «Qua, all'altezza del Tramontin, sotto La Trentina, fra la Diatec e la Salumeria Belli». E le gambe? Le avete viste le gambe dei ciclisti? Tutte depilate. Il sabato invece di lavare la macchina vanno dall'estetista per farsi la ceretta... Oggi la ceretta, domani due righe di mascara, e dopodomani cosa facciamo? Andiamo in giro senza il sellino? 

Ma l'abbigliamento è poca cosa rispetto al comportamento. Non voglio generalizzare, ma certi giorni lungo l'Adige ci sono sciami di ciclisti che sfrecciano ai 40 l'ora e vedono i pedoni solo all'ultimo, e infatti li sfiorano per un pelo (pelo del pedone perché loro sono depilati). Tuttavia se un ciclista non si accorge dei pedoni un motivo c'è. Che cosa vede un ciclista che viaggia in gruppo se alza la testa per guardare avanti? Una distesa di sederi. Per questo è meno imbarazzante focalizzarsi sul manubrio e pedalare. Però c'è una cosa che non ho mai capito dei ciclisti: per quale motivo li chiamano ciclo-amatori, dal momento che è proprio per evitare la moglie che la domenica prendono la bici.

www.luciogardin.it

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