Ballottaggi, che lezione al centrosinistra

Ballottaggi, che lezione al centrosinistra

di Paolo Micheletto

Va seguito con attenzione - dopo la vittoria su Andrea Miorandi - il governo che Francesco Valduga metterà in atto a Rovereto. Perché l’affermazione del nuovo sindaco, stimato oncologo (giovane ma con una carriera in ascesa, insomma una figura lontana dai politici di professione), arriva due settimane dopo il successo di Oss Emer a Pergine: se escludiamo Trento, i primi due centri del Trentino sono amministrati da un primo cittadino «non partitico» (impossibile essere «non politico» per un sindaco), che fonda la sua esperienza di governo su una coalizione di liste civiche.

Rovereto e Pergine, cioè, hanno respinto l’offerta dei partiti di centrosinistra e hanno deciso di affidarsi ad un gruppo di persone scelte solo in base al programma e non all’appartenenza. Il modello «liste civiche» prende fiato: ora vedremo se sarà possibile creare una «rete» che porti a presentare una alternativa seria e credibile al centrosinistra autonomista anche alle prossime elezioni provinciali.

Certo, il centrosinistra ha fatto di tutto per perdere Rovereto, che si conferma città stregata per i sindaci in carica, che chiedono la conferma ma che vengono regolarmente battuti. L’affluenza si è ridotta e questo ha fatto male ad Andrea Miorandi, che fino all’ultimo giorno si è portato sulle spalle il pesante fardello delle polemiche infinite sulla sua candidatura.

Se il «modello civico» è uno dei dati politici di queste elezioni, un approfondimento va riservato alla capacità di farsi del male tipica del centrosinistra autonomista: le elezioni comunali del 2015 dicono che la coalizione del presidente Rossi non può vivere di «risulta», dando per scontata la vittoria, e che solo l’unità sincera e convinta paga. O meglio, il «fare bene» paga. Fare insieme, possibilmente. Sul conto dei vertici provinciali ci sono anche le sconfitte di Folgaria e Borgo: Rossi e il suo vice Alessandro Olivi hanno più di un motivo per rivedere il modo di lavorare della loro stanca maggioranza.

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