Tocca al Papa difendere donne e anziani

di Sandra Tafner - NO

Il Papa sta guadagnando ogni giorno di più la simpatia della gente per le sue idee che appaiono rivoluzionarie e invece dovrebbero essere ovvie ma non lo sono. Così diventa una figura amica non soltanto per i credenti ma anche per i non credenti, che finalmente vedono un'autorità prendere posizioni chiare, senza mezzi termini come ci hanno ormai abituati altre autorità che dovrebbero parlare non ai fedeli ma a tutti i cittadini, senza distinzione alcuna. E che dopo aver parlato dovrebbero agire di conseguenza. Solo qualche giorno fa Bergoglio ha affermato con forza e convinzione che la disparità di trattamento economico tra uomo e donna, a parità di lavoro, risulta un vero scandalo. Per quale motivo le donne devono guadagnare meno? È una grossa ingiustizia, ripete. Ovvio, no? Eppure le cose stanno proprio così, gli esempi non mancano e l'elenco è lungo e documentabile, le donne hanno protestato ufficialmente molte volte e altrettante volte la loro protesta è caduta nel vuoto. Poi il Papa continua, ribadendo che attribuire la crisi della famiglia all'emancipazione della donna è un'altra ingiustizia. E' così difficile mettere a nudo la verità? Le donne ne sono sempre state certe, come sono certe che quell'emancipazione guadagnata a fatica comporta un doppio lavoro, eppure va bene così pur di tenersela stretta.


Francesco prosegue nella sua denuncia. Sempre nel corso dell'udienza generale di mercoledì ha ricordato infatti come nei primi tempi del cristianesimo sia stato cancellato il diritto del marito di ripudiare la moglie per i motivi più vari. Una bella conquista si dirà, ma purtroppo questo ed altri abusi contro la dignità della donna hanno superato qualsiasi divieto, con punte di recrudescenza che sembra vadano addirittura aumentando. Basti dire - e gli esempi d'ogni tipo si sprecano anche nel nostro emancipato mondo occidentale - di quel centinaio di ragazze catturate l'anno scorso dai terroristi dell'Isis e sottoposte a sevizie, torture, violenze. Basti dire che una bambina del gruppo è stata passata per sette volte da uno all'altro come qualsiasi merce in vendita. La cronaca non è avara di quanto succede da quelle parti, ma niente è risparmiato anche altrove dove si è coniato addirittura il termine femminicidio per descrivere la sopraffazione fisica sulla donna, mentre quella psicologica spesso è taciuta per un errato senso del pudore.


Si potrà sostenere che è compito del pastore d'anime denunciare le ingiustizie che colpiscono le persone, ma si dà il caso che lo stesso compito dovrebbe competere anche ai pastori di cittadini. Cioè a chi governa e a chi fa le leggi, tanto per essere chiari. A ogni modo, per non cedere al pessimismo, andiamo a un'altra dichiarazione del Pontefice, che sottolinea il distacco e addirittura il contrasto fra generazioni, mentre rispettare gli anziani, dice, è un dovere, e viceversa abbandonarli è un peccato mortale. Per i credenti l'espressione risulta immediatamente comprensibile, ma il concetto vale anche per chi nulla sa di peccati mortali ma capisce che ritenere la vecchiaia una malattia dalla quale tenersi lontani è una ingiustizia inammissibile. Laicamente imperdonabile.


Per fortuna si registrano anche esempi positivi, con esperienze che vengono dal basso e maturano all'interno della comunità. In questa direzione va un progetto - ma per fortuna altri ne esistono - realizzato il mese scorso in val di Cembra dai Comuni di Lona Lases e Segonzano e finanziato dalla Provincia, che vede parecchi anziani frequentare un corso di educatori per poter essere in grado di offrire un servizio alle famiglie, intrattenendo bambini e ragazzi dai 4 agli 11 anni mentre i genitori sono impegnati nel lavoro. Per aggregare, per crescere e costruire insieme, per essere utili, per accorciare le distanze, per ricevere e dare stima e rispetto. Si può dire rispetto?

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