Idee e pensieri, ma senza parolacce

Idee e pensieri, ma senza parolacce

di Gabriele Biancardi

Nel corso degli anni c'è stato uno sdoganamento di cui sinceramente avrei fatto volentieri a meno. Nel 1976 alla rai, Zavattini pronunciò la parola c...o. Fu un cataclisma, fino ad allora era soltanto impensabile una cosa del genere. Nel 1991 Radio Radicale lasciò, in una forma di protesta discutibile, aperte le proprie linee. Quello che ne scaturì fu un lungo ininterrotto fiume di bestemmie, insulti e parolacce.

Pochissimi si resero conto dell'opportunità di avere una testata nazionale a disposizione per lanciare pensieri o messaggi che potessero essere fonte di crescita. No, tutti li in fila a gara a chi diceva la porcata maggiore e con tristezza si potè annoverare che il 99% degli interventi aveva voce maschile. Passato questo momento arrivò "Lo zoo di 105". Ora "la Zanzara" di Cruciani su radio 24. Non penso di essere un bacchettone o un moralista, come non penso che un ragazzo che senta per la prima volta alla radio qualche anatomia sparsa, rimanga basito. Ma da lì a giustificare il consueto intercalare fatto di c.f.v.p. ecc. ecc.un pochino ce ne passa. Semplicemente  non lo trovo elegante.

Nella comicità piuttosto greve, l'arrivo della parolaccia di solito coincide con la risata grassa, quella di pancia che non si riesce a trattenere. Noi per il momento, e spero a lungo, non cadiamo in questo vortice, io penso che non ci sia bisogno. Si possono dare dei rafforzativi ai propri pensieri anche senza una geografia sessuale. Ci capita di edulcorare qualche messaggio, sfrondando qui e lì, ma ciò non toglie, se il pensiero è valido, nessun potere o forza.

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