Chiudiamo i ristoranti: offendono chi digiuna

di Lucio Gardin

Il preside di un istituto elementare piemontese ha disposto che non si facesse il presepio per non ledere la sensibilità di chi non è cristiano. È come vietare i ristoranti per non ledere la sensibilità di chi è a dieta, o chiudere gli aeroporti per non offendere chi soffre le vertigini. Era meglio se quel preside se ne stava zitto, per non ledere la sensibilità di chi il cervello lo usa. Per rispetto delle altre religioni abbiamo iniziato a togliere i crocifissi dai muri delle scuole, poi è arrivato il turno del presepe, aspettiamo con ansia il prossimo passo.


È chiaro che l’unica religione monoteista tollerante e pacifista è il buddismo, che ha avuto una botta di popolarità quando Roberto Baggio ha dichiarato di farne parte. Il buddista fa un proselitismo interiore, ti coinvolge in una specie di catena di S. Antonio ma senza le minacce che ti succederà qualcosa se non ci credi. Se non sei d’accordo, strappi la lettera e non ti succede niente. Tranne sbagliare un rigore a una finale mondiale. Perché il buddismo mira a far crescere gli uomini sotto l’aspetto intellettuale e spirituale (fatto che esclude Balotelli dalla categoria dei buddisti), e non ha come principale scopo il sadico prurito della punizione. L’unica differenza tra un buddista e un altro è che i buddisti non si preoccupano se non sei buddista.

Poi c’è l’induismo, la religione che venera una figura mitologica metà elefante e metà uomo (una specie di Platinette col naso di Francesco Moser), e anche quella, non mira al castigo così come i Testimoni di Geova che, se escludiamo il fatto di presentarsi a casa tua alle otto di domenica mattina, non sono certo molesti. Al contrario, ci sono religioni che quando non gli è riconosciuta la Verità assoluta, aprono succursali a macchia d’olio per battere la concorrenza. Discount del proselitismo. Ad ogni modo, dopo avere tolto il crocifisso e il presepe, il prossimo passo sarà chiudere le scuole per non ledere la sensibilità degli analfabeti.

Finché arriverà il giorno in cui vieteremo la bellezza, per non offendere quelli che amano sguazzare nel brutto.

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