Qualità della vita, non siamo più i primi

di Lucio Gardin

Nella recente classifica sulla qualità della vita, Ravenna ha soffiato il primato a Trento. Non siamo più un’isola felice. Ma neppure un’isola triste.

Diciamo che siamo un’isola parzialmente allegrina. A ogni modo, siamo un’isola. E se non lo siamo, vista la pioggia degli ultimi dieci mesi, lo diventeremo presto. Mentre Ravenna è la città più vivibile, fanalino di coda è Agrigento, dove la qualità della vita è così bassa, che chi ha fatto il sondaggio sulle aspettative di vita è morto prima di ricevere le risposte. Ma pensiamo a noi. Trento ha perso qualche posizione anche nella classifica dell’ordine pubblico, dove ci troviamo al 14° posto insieme ai peggiori bar di Caracas durante lo spot del Pampero.

Per quanto riguarda la voce «affari e lavoro», abbiamo perso molti punti per lo scarso coraggio imprenditoriale. La domanda del sondaggio era «lei aprirebbe un’attività in proprio o preferisce un posto pubblico?», l’80% degli intervistati non ha risposto perché era in pausa caffè, il 20% si è detto disposto ad affrontare con coraggio lo spirito d’impresa, ma non subito «prima speto i contributi». Però la classifica mostra che stiamo migliorando con le estorsioni, invece non siamo ancora abbastanza bravi negli scippi perché veniamo puntualmente scoperti. Diciamo che sul furtarello abbiamo margini di miglioramento.

Non per fare della polemica, ma a dire la verità, Trento anche quest’anno sarebbe stata prima per qualità della vita (naturalmente al sondaggio non hanno partecipato gli orsi!), ma siamo stati declassati per un cavillo burocratico. Infatti, al sondaggio hanno partecipato anche i dirigenti pubblici che, molto spesso, invece di andare in pensione sono riassunti con incarichi speciali, contratti di collaborazione, e altre simpatiche invenzioni, facendo figurare che in Trentino i dirigenti lavorano fino a novant’anni, quando invece molti di loro non hanno mai iniziato a farlo. Pazienza. Tornando alla classifica, uno dei dati negativi è il tasso di emigrazione ospedaliera che è uno dei più alti d’Italia. Pare infatti che i trentini preferiscano curarsi fuori regione, come dimostra la vicenda dei conigli del cimitero, salvati da un veterinario da fuori regione (Ravenna).

Sulla qualità della vita c’è anche il rapporto dell’Istat che rileva che un trentino si quattro vive in difficoltà economiche. Gli altri tre sono dipendenti pubblici.

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