Vade retro Halloween

di Patrizia Todesco

Dolcetto o scherzetto? Fino a qui nulla di male considerato che sono settimane che i miei bimbi fremono per il giorno in cui, mantello e maschera in faccia, potranno suonare qualche campanello in cerca di caramelle.

 

Se a questo aggiungo che c'è una «santa» mamma che raccoglie tutte le amichette per far loro trascorre un pomeriggio di trucchi e travestimenti in attesa dell'appuntamento con il tour per le vie, è comprensibile perché quello di Halloween sia per loro un appuntamento da non perdere. Beata innocenza di bambini, senza troppe paranoie o retropensieri.


Inutile nascondere che però la festa non convince tutti e se si va a vedere le origini e tutto ciò che ci sta dietro qualche dubbio potrebbe venire a tutti. Dal mio punto di vista, però, occorre sempre vedere come si vivono le cose, come le si spiegano ai bambini. Intagliare una zucca, disegnare pipistrelli o mettersi una maschera da fantasma non vuol dire aveva sposato Satana. Come suonare il campagnello in allegria con qualche compagno di classe non vuole dire andare a braccetto con il diavolo.

 

È una festa, pagana e commerciale, certo, ma inizia e finisce in poche ore quella sera, soprattutto per i bambini. Non ritengo che dire «sì» al proprio bambino per questo appuntamento che, ammettiamolo, piace proprio tanto, voglia mettere in secondo piano le nostre tradizionali feste di Ognissanti o la commemorazioni dei Defunti. Sbaglio?

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